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09-11-10, 20:21 | #1 |
Il mondo delle Fate
Le storie,credenze: crederci o non crederci non fa la differenza.
Ciò che fa la differenza è non tenere mai a riposo la fantasia. Le fate naturalmente vivono in tutte le nazioni del mondo, ma io vorrei soffermarmi solo sulle Fate in Italia. Italia, una magica terra decisamente apprezzata dagli spiriti della natura e in particolare dalle Signore del Cielo. Numerosissime sono ad esempio le località dedicate alle Fate - ricche dunque di leggende associate al luogo stesso - come valli, monti, grotte, buche, massi, boschi, pozzi, torrenti, cascate, laghi e altri luoghi legati alle acque. Secondo una leggenda raccontata dai montanari di Catenaia di Casentino, in un punto alto della montagna detto il Cardetto, si trova una grotta nella quale si ritiene abitino le Fate. Una di esse si innamorò un giorno di un giovane contadino che lavorava la terra in una campo vicino, il quale non rimase insensibile al fascino della bella creatura, ricambiandone appassionatamente i sentimenti; ma per un crudele incantesimo la Fata diveniva una splendida fanciulla per soli tre giorni e per altri tre un grosso serpente. Così quando il ragazzo scavava il solco con l'aiuto dei buoi, lei vi strisciava all'interno, per restargli vicino. Accadde dopo un po' di tempo che il giovane dovette allontanarsi per qualche giorno, per cui incaricò fratello di continuare i lavori, raccomandandogli di non temere, soprattutto, non molestare l'innocuo serpente che ormai per abitudine seguiva la terra scavata dietro l'aratro. Inizialmente il fratello lasciò che il serpente lo seguisse tranquillamente, ma l'ultimo giorno il rettile si accorse che non aveva davanti a se l'innamorato bensì un'altra persona, e sdegnato alzò la testa e spalancò le fauci minacciosamente nei confronti dell'agricoltore, il quale, spaventato, reagì colpendo violentemente l'animale, che fuggì e scomparve... Quando il fratello ritornò e fu informato dell'accaduto, cercò invano disperatamente per molto tempo di far tornare l'amata fata, chiamandola e implorandola senza pace, ma lei non apparve mai più. Allora lui, con il cuore spezzato, decise di rimanerle fedele per tutta la vita, e volle infine che la morte lo cogliesse nel sonno, davanti alla grotta dove l'aveva conosciuta, per ritrovarla e amarla ancora e per sempre nel cielo delle Fate... Si narra inoltre che anche il lago di Subiolo, in Valstagna, sia un luogo abitato da Fate e da altri spiriti che nottetempo si manifestano con lamenti, grida e sibili inquietanti; pare tra l'altro che lo stesso nome del lago derivi da questi strani rumori, simili al suono dello zufolo, detto in dialetto locale subio. Il seguente è uno dei racconti più interessanti raccolti nella zona: un giovane falegname ritornava una sera sul tardi alla sua casa vicina al ponte Subiolo, dopo aver fatto visita alla fidanzata, quando si sentì ripetutamente chiamare per nome... Con sgomento si accorse allora alla luce dei raggi lunari che un gruppo di Fate danzava sulle acque del lago! Vieni con noi - gli dicevano - tu non hai mai provato la felicità che ti offriamo, vieni a danzare con noi finché splende la luna... No, no - rispose il giovane terrorizzato - laggiù c'è l'acqua e se scendo annegherò. Hai paura? - Gli chiesero le Fate ridendo - allora guarda, l'acqua è sparita vieni! Infatti anche i sassolini del fondo erano asciutti e i massi rivestiti di muschio porgevano il soffice divano alle Fate. No, no! - ripetè il giovane, ma come soggiogato non poteva staccarsi dal parapetto del ponte - Non vuoi? - le Fate ripresero - ebbene perché tu abbia a ricordarti di noi, t'offriamo una grazia: chiedi! Ed egli tremante domandò: Che io possa con le mie mani eseguire qualunque lavoro d'intaglio. Concessa - si sentì rispondere - ma non sarai mai ricco! Alla mente del falegname balenò forse l'idea di opere grandiose, l'artista ebbe forse la sua prima visione. Intanto l'acqua tornava ad uscire impetuosa e spumeggiante da laghetto, stormivano per il vento le fronde dei faggi e la montagna proiettava l'ombra sua immobile, poiché la luna era calata dietro la cima. Le Fate erano sparite. Da quel giorno il giovane falegname realizzò opere in legno meravigliose e di rara bellezza per tutte le chiese del paese e di altri villaggi vicini, ma morì povero come era vissuto e come gli avevano predetto le Fate... Anche in Val d'Aosta è presente una Dama Bianca, una bella ed amabile Fata benefica che appare con lunghe vesti bianche nei prati, sulle alture, ai margini dei boschi. In particolare, protegge gli abitanti di Issime e se proprio non le è possibile evitare sventure o disgrazie, cerca di avvisare pastori e paesani con lamenti e grida acuti e prolungati. Altre dame bianche sono segnalate sul Monte Bianco, sul Monte Rosa e in varie altre località delle Alpi. E a proposito di Alpi, non possiamo dimenticare che secondo una poetica leggenda biellese le magnifiche stelle alpine, che ostentano la loro fragile grazia sull'orlo di insidiosi crepacci, ebbero origine dalle lacrime di una Fata innamoratasi di un mortale. Per rimanere in zona, riportiamo un brano sulle leggende di Piedicavallo, del poeta e scrittore Nino Belli: Se voi interrogate con insistenza qualche vecchietto, o meglio ancora qualche vecchiarella, vi racconteranno del gran ballo delle Fate, delle loro corse vertiginose sui fianchi delle montagne, dei loro idilli coi pastori. Vi diranno della loro sovrumana bellezza, com'è ornata la loro fronte alabastrina di edelweiss, avvolte in candidi veli di trina che accentuano le loro forme delicate, bianche come la neve, e come corrano nelle placide notti stellate di balza in balza sopra un carro rilucente tirato da aquile superbe. Vi racconteranno della magnificenza delle loro dimore... Nella medesima località del biellese si narra che in una di queste sontuose dimore rilucenti d'oro, cristalli e gemme, situata sulla più alta cima di un monte, per essere più d'appresso all'azzurro sorriso del cielo, abita la regina delle Fate con la sua magica e leggiadra corte. Infine in Val di Susa, stando a quanto riporta M. Savi Lopez nel suo magnifico volume Leggende delle Alpi, esisterebbero - fenomeno unico in Italia - gli equivalenti maschili delle Fate, chiamati Arfai: sono spiriti benefici che abitano le acque della Dora e aiutano le fanciulle a fare il bucato, gentili, timidi, ma allo stesso tempo benefici. Tornando ai luoghi i cui nomi appaiono frequentemente legati alle Fate, troviamo un'altura nei pressi di Roccacasale, negli Abruzzi, chiamata appunto Colle delle Fate, poiché la gente assicura siano state viste uscire le Fate da due pozzi presenti all'interno delle mura dell'antica fortezza di cui sono ancora visibili i resti nella zona. In Val d'Aosta, nella Piana di Varrayes, dopo aver piovuto in pieno giorno, si manifesta nei pressi della bòrna de la Fàye (la buca della Fata), una bellissima signora... A Muzzano, esiste inoltre un luogo chiamato Roccia delle Fate, in cui si ritiene esista un tesoro sorvegliato da un magico serpente: quest'oro incantato viene definito dialettalmente L'oro dell'Elf, probabilmente per il torrente Elvo che vi scorre vicino, il cui nome tradirebbe un'evidente riferimento agli Elfi (da notare che in inglese Elfo si traduce in Elf, che al plurale diventa Elves). In provincia di Teramo, nella gola tra le montagne di Campli e di Civitella, esiste un enorme macigno che sbarra l'ingresso di una grotta contenente un favoloso tesoro composto da tre mucchi di monete di rame, d'oro e d'argento. Si dice che in fondo alla grotta sieda una Fata, intenta a tessere in continuazione, mentre un monaco in piedi veglia silenziosamente il tesoro... A Palermo si ricorda un cortile, chiamato cortiggiu di li sette fati, nel quale avvenivano cose meravigliose: ogni infatti vi apparivano sette stupende Fate che rapivano temporaneamente una persona, alla quale facevano vedere e provare luoghi ed emozioni straordinari, come gli oceani più profondi, o i cieli più lontani, per poi coinvolgerla in danze, canti e feste da mille e una . All'alba riportavano il fortunato mortale nel luogo in cui era stato prelevato, dopodiché scomparivano nel nulla. I vecchi dell'isola di Pantelleria raccontano dell'esistenza di esseri dotati di poteri magici, che loro chiamano 'nfate, che si divertono, al pari dei Folletti ad intrecciare i capelli delle ragazze e le code dei cavalli; chiunque tentasse, privo di adeguati scongiuri, di sciogliere gli intrecci fatati, cadrebbe vittima di un incantesimo fatale. In Sardegna sorgeva invece sul monte Oc, l'incantato palazzo delle Fate, abitato da dame alate, eteree e bellissime, vestite di veli bianchi, verdi e azzurri, che periodicamente si recavano in volo nei paesi per scegliere una persona e portarla nella loro dimora magica; a questa veniva poi mostrata la stanza dei tesori, piena di monete d'oro, perle, gioielli e pietre preziose, dalla qaule poteva portare via tutto ciò che voleva. Naturalmente la maggior parte dei prescelti cercava di riempirsi ogni tasca e di arraffare il più possibile di quell'immenso tesoro, ma immancabilmente il giorno dopo, a casa, trovava tutto quanto irrimediabilmente trasformato in carbone; invece chi riusciva a resistere alla tentazione dell'oro e a chiedere la sapienza, o di restare nel palazzo assieme alle Fate, veniva donata la vera ricchezza e una lunga vita saggia e felice. Lo scrittore lucchese Carlo Rosi Gabrielli ha dedicato alla raccolta di leggende, tradizioni e racconti popolari relativi alla paura, ad apparizioni, fantasmi ecc. una serie interessantissima di opere ben documentate; dal volume riguardante la Lucchesia riportiamo due testimonianze: la prima, ambientata nella località Villetta (San Romano Garfagnana), narra di un luogo detto al Fondone, dove ancora oggi si possono visitare i resti di una fortezza chiamata comunemente Castellaccio, della quale rimangono alcune gallerie sotterranee molto profonde; si tratta certamente di ciò che rimane dell'antichissimo Castello di Bacciano, caduto in rovina da vari secoli per cause di natura geologica. Gli abitanti dei dintorni assicurano che vicino a quei ruderi vedevano i lumi delle Fate, le uniche abitatrici di quel luogo abbandonato: coloro che più coraggiosi degli altri, hanno tentato di esplorare quelle gallerie ne sono usciti fuori molto impressionati perché, raggiunto un certo limite, mancava loro il fiato e i lumi si spegnevano. La seconda storia ha per sfondo il paese di Montefegatesi (Bagni di Lucca): in fondo alla località della "il margine" c'è la "fontana buglia" considerata un luogo magico. Accanto ad essa è visibile una piccola grotta e durante l'inverno, quando il freddo è più intenso, si vedono esalare da quel luogo vapori di aria calda. La leggenda narra che in quella grotta le Fate filassero la stoffa per vestire i Folletti... Sempre in Toscana, a Soraggio, le Fate risultano specializzate, come molte loro colleghe italiane ed europee, nel fare il bucato sulle rive del fiume, dove poi stendono accuratamente i panni ad asciugare al sole, ma solo durante l'estate; in inverno infatti si ritirano nelle tane degli orsi o nelle grotte dette Buche delle Fate (il territorio ne comprende almeno tre), a tessere e filare. Quanto a distrazioni amano riunirsi nelle magiche notti di luna piena assieme ad altre colleghe a Pratofiorito, uno dei prati più belli del mondo, a 1.300 m. sopra Bagni di Lucca, per scatenarsi in feste e danze gioiose. Per concludere, aggiungiamo che le Fate non risultano sempre e soltanto legate a zone particolarmente suggestive e misteriose della natura, o ad antichi castelli e rovine, ma anche a semplici abitazioni. Una consolidata tradizione, nota soprattutto nelle regioni del sud, ci conferma infatti che ogni casa possiede una propria Fata, la quale ama manifestarsi in vario modo, ovviamente secondo i meriti di coloro che vi abitano, proteggendo o aiutando la famiglia perfino con interventi ultraterreni. Questa italica Fata della dimora appare periodicamente in occasione di avvenimenti di rilievo o per salutare coloro che credono o confidano nei suoi benefici poteri, ma si allontana o scompare per sempre quando all'interno della casa si verificano fatti di sangue o di grave violenza. Dobbiamo infine segnalare un gruppo di Fate particolari, conosciute col nome di Sibille in tutte le regioni della catena appenninica. Da un libro di Dario Spada traiamo le seguenti informazioni: La sibilla dell'Appennino si identifica in Cibele, la nota divinità mitologia. Ai tempi di Virgilio il monte della Sibilla, consacrato alla Gran Madre (Cibele), si chiamava Tetrica e oggi quella cima è stata identificata con quella del monte Vettore dov'è situata la grotta della Sibilla a 2.175 m di altezza nel territorio di Norcia (Perugia). Parimenti, la catena dei monti sibillini prende il nome proprio dalla Sibilla a dimostrazione di come sia popolare questo personaggio. Si racconta che una volta alle falde del monte Vettore, c'era un paese dal nome ridente, Colfiorito; i suoi abitanti erano spesso visitati dalle Fate che abitavano sulle montagne le quali insegnavano alle donne cose utili e agli uomini il ballo. Un brutto giorno però le amabili creature furono scacciate da Colfiorito e ricorsero alla loro regina, la Sibilla, la quale provocò una grande caduta di massi e di detriti tanto che il borgo scomparve sotto la frana. In genere però le Sibille sono Fate belle e buone e non disdegnano di mescolarsi con la gente comune; spesso lavorano su telai d'oro e insegnano l'arte della tessitura e della filatura ai mortali. Alcune volte si divertono ad ammaliare i baldi giovanotti spingendoli alla lussuria e alla perdizione. Naturalmente tutte costoro sono abili nella divinazione... Fonte: Bryoniia |
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09-11-10, 20:25 | #2 |
INcatensimi
Incantesimo del quadrifoglio
Se una ragazza fa scivolare nella sua scarpa sinistra un quadrifoglio e poi si lega attorno alla fronte una ghirlanda di mirto e trifoglio, vedrà le Fate non appena sorge la luna. Incantesimo della foglia di quercia Se una ragazza profondamente innamorata si reca con il suo corteggiatore in un luogo solitario nei prati, nei boschi o nella brughiera, e colloca una foglia di quercia nella sua scarpa e in quella del suo innamorato, e se entrambi attendono contemplando il loro amore e confessandolo l'uno all'altra mentre scende la sera e le stelle appaiono, potranno con pazienza vedere il popolo fatato venire a far capriole e a giocare nei luoghi selvaggi. Incantesimo del ditale di Fata Se una ragazza cerca le prime campanule di primavera, che vengono chiamate "ditali di Fata" e sono fiori magici, e poi le conta tre volte mentre il sole si leva o la rugiada si forma, potrà convocare le Fate. Andandosene la ragazza dovrà rivolgersi a loro in questo modo: Fate, il vostro giardino ho cercato, ora mi ritiro e benedico il potere che vi è stato dato. Dovrà poi inchinarsi tre volte alle Fate, e la magia della radura l'accompagnerà. Incantesimo dell'aurora boreale Quando il firmamento è illuminato da fenomeni meteorologici e le Allegre Ballerine* indossano le loro graziose vesti multicolori per far festa nella cortina del cielo notturno fino a quando la loro allegria diventa frenesia, allora l'Aurora Boreale viene a comunicarvi che la sera è carica di fuoco e di magia, e la stagione degli incantesimi è arrivata. Cercate quindi di farvi salire una gatta (meglio se nera) in grembo e sedete in giardino soli con lei, accarezzandola fino a quando il suo manto brilla e lei fa le fusa soddisfatta. Tenete a portata di mano una piccola tazza con del vino e, non appena l'animale si stiracchia, tracciategli un segno della croce sulla testa, quindi fate lo stesso su di voi. Afferrategli con delicatezza la punta della coda e passatevela velocemente tre volte sull'occhio sinistro, quindi sul destro, dicendo: Elfi della notte, i miei occhi incantate, che di veder mi sia dato con luna o sole il vostro aspetto fatato; per questa magia e questo segno io vi prego, favorite il mio disegno. Lasciate il micio entrare furtivamente nella vostra camera a contemplare dalla finestra la luna, le stelle e tutte le magiche luci del cielo. Se avete incontrato il favore delle Fate, quella notte vi giungeranno sogni mistici, e in seguito inizierete a vedere il Piccolo Popolo gioire e far festa. Vi accadrà dapprima in modo velato, poi in maniera sempre più chiara e lucida man mano che l'incanto delle Fate benedirà più profondamente la vostra vista interiore. * così sono chiamate nella, tradizione popolare, le luci dell'Aurora Boreale. Incantesimo della Bufonite* Alla vigilia del giorno di San Giovanni o durante la notte stessa, oppure in una qualsiasi splendida notte dell'anno, soprattutto quando c'è la luna piena, potete offrire un dono alle Fate. Se donate con cuore sincero, sicuramente conquisterete la loro fiducia ed il loro favore. Preparate un dolce di avena o mettete del miele e del vino in una tazza oppure, ancora meglio, offrite alle Fate un canto, una danza o una poesia creati da voi o che trovate piacevoli. Prima di iniziare dite ad alta voce: "Questo è per le Fate"; ditelo nuovamente dopo aver offerto il dono, cosa che andrà fatta all'aperto, in un luogo appartato, selvaggio e solitario. Ben presto, probabilmente il giorno dopo, scoprirete che le Fate vi hanno dato qualcosa in cambio; siate vigili, ma non offrite i vostri doni pensando di ricavarne qualcosa né aspettatevi nulla. Rimanete semplicemente all'erta. Sicuramente molto presto scoprirete nella natura un qualche oggetto strano e grazioso, oppure potrete trovare delle monete d'argento. Qualunque cosa troviate, conservatela per sempre, perché si tratta di un dono sacro e vi porterà fortuna e felicità. Nella maggior parte dei casi l'oggetto che troverete sarà una bufonite, un ciottolo rotondo e venato di disegni splendidi e misteriosi, che sembra mandare bagliori dalle tinte delicate. Tenetelo con voi e ponetelo sotto il guanciale; secondo la saggezza popolare, queste pietre sono gioielli mistici che si trovano nella testa di un rospo. Coloro che possiedono questa pietra saranno fortunati in amore, saggi nella divinazione e la loro vita sarà benedetta. Testi tratti da: "Parola di Fata" di Claire Nahmad, Edizioni Amrita. |
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09-11-10, 20:35 | #3 |
Ricette magiche
I Brownies al cioccolato
Dobbiamo questo delizioso dolce al cioccolato ai famosi Folletti scozzesi detti Brownies ed in omaggio al vello brunastro di cui sono coperti. Ingredienti: - 300 gr di zucchero - 250 gr di burro - 175 gr di farina - 130 gr di cioccolato fondente - 100 gr di noci - 4 uova Mescolate le uova e lo zucchero in polvere in una grande terrina. Fate fondere il burro e il cioccolato, poi incorporateli nell'impasto. Aggiungete la farina e le noci sminuzzate. Mettete in forno per 35 minuti a 180 gradi. Lasciate raffreddare e poi… assaporate! Torta alle nocciole Ingredienti: - 125 gr di zucchero - 3 uova - del rhum - 75 gr di burro - 100 gr di farina - mezza bustina di lievito - 200 gr di nocciole In una terrina mescolare lo zucchero, le uova ed un cucchiaio di rhum. Sbattere con la frusta fino a renderla spumosa. Aggiungere il burro fuso e sbattere ancora. Incorporare la farina, il lievito e le nocciole finemente tritate. Mescolare bene il tutto. Versare in uno stampo imburrato, in modo che sia riempito fino a metà altezza. Cuocere in forno a temperatura media. Una volta raffreddata si può glassare la torta con del cioccolato fuso e decorarla con fogliette di pasta di mandorle verde e nocciole. Cialde Elfiche al miele di fiori Preparate una pasta con una 450 gr di farina setacciata, 200 gr di miele e 3 uova, profumate con acqua di fiori d'arancio. Lasciate riposare qualche ora. Stendete col matterello una sfoglia piuttosto sottile. Tagliate dei cuori e cuocete in una piastra per cialde ben imburrata. Servite le cialde calde, cosparse di zucchero a velo. Le dita di strega Ingredienti: - 150 gr di farina - 125 gr di burro - 50 gr di polvere di mandorla - sale - 75 gr di zucchero a velo - un albume - 3 punte di coltello di buccia d'arancia - 2 cucchiai da minestra d'acqua di fiori d'arancio - per la decorazione: zucchero a velo Disponete la farina a fontana aggiungete il sale, la polvere di mandorle e la scorza d'arancia grattugiata. Disponete il burro e lo zucchero a velo nel buco e lavorateli in punta di dita fino ad ottenere una crema. Riportate a poco a poco la farina al centro e mescolate. Aggiungete il bianco d'uovo e l'acqua di fiori d'arancio. Impastate fino ad ottenere una pasta liscia. Lasciate riposare al fresco per 30 minuti. Sul piano da lavoro leggermente infarinato lavorate fino a formare dei piccoli rotolini di pasta a forma di dita. Disponete su una piastra (su carta da forno) e fate cuocere 15 minuti circa a 160 gradi fino a che le dita di strega siano dorate. Cospargetele allora di zucchero a velo. Filtro d'amore Ingredienti: - 1 bottiglia di vino rosso - 2 bastoncini di cannella - 1 radice di zenzero - dello zucchero in polvere - 2 chiodi di garofano - 1 bastoncino di vaniglia Mescolare tutti gli ingredienti con il vino rosso e lasciare in infusione per una settimana. Filtrare a colino e mettere in flacone. La persona del vostro cuore non resisterà a lungo alla voluttà di questo dolce elisir. Tortino alle mele d'Elfiria Halloween è il tempo ideale per cucinarsi un buon grosso tortino alle mele. Troverete qui una ricetta ancestrale deliziosa, croccante e profumata, un piatto scelto per tutti i Folletti di bosco, da accompagnare ad una grossa cucchiaiata di panna. Ingredienti: - 320 gr di farina - 200 gr di burro - 2 cucchiai d'acqua - 1 presa di sale - 1 chilo di mele - 10 fichi secchi - qualche noce - 2 datteri secchi - 3 grosse prugne - 1 pugno di uva passa bianca - 2/3 d'un bicchiere di vino rosso da tavola - 1 quarto di bicchiere di pastis (o altro liquore a base di anice) - un cucchiaio da caffè di cannella in polvere - un cucchiaio da caffè di zenzero in polvere - un chiodo di garofano schiacciato - un quarto di bicchiere di latte - 2 cucchiai da minestra di miele d'acacia Prendere due mele, pulirle e passarle al frullatore. Tagliare le mele a dadini, avendo avuto cura di sbucciarle preventivamente, e tagliare la frutta secca in piccoli pezzi. Mettere la purea di mele in una terrina e innaffiarla di vino e di pastis, poi aggiungere le spezie mescolando il tutto; ricoprire con i dadini di mela, la frutta secca e le noci e mescolare il tutto con le mani poi aggiungere il miele mescolando con una spatola di legno. Mettere la farina in una terrina, aggiungere una presa di sale; far fondere il burro in una casseruola poi aggiungere due cucchiai d'olio e d'acqua fredda; versare il burro nella terrina sopra la farina, mescolare con un cucchiaio di legno molto rapidamente ma senza cercare di lavorare la pasta; fare una palla e infarinarla leggermente. Infarinare un tavolo e stendere i 2/3 della pasta. Fare un cerchio di pasta delle dimensioni di uno stampo con la parte restante; lasciar riposare un'ora, ma lavorare la pasta di tanto in tanto per evitare di lasciarla indurire. Imburrare uno stampo, metterci la maggior parte della pasta, metterci la farcitura e coprire col piccolo coperchio di pasta. Potrete decorare a piacere, tracciando spirali, triskel o altri decori simbolici e praticare qualche piccola fenditura per lasciare respirare. Riscaldare il forno, cuocere 3/4 d'ora a 180°. Dopo 20 minuti spennellare il coperchio col latte per farlo dorare. Latte degli Elfi Ingredienti: - 1 litro di latte intero - 3 yogurt naturali - 3 cubetti di ghiaccio - 1 strofinaccio - guarnitura a scelta (menta, basilico…) Scegliere secondo proprio gusto un mazzetto di foglie fresche di menta, basilico o aneto, o ancora due cucchiai da minestra d'acqua di fiori d'arancio o di rosa… Mescolate il latte con gli yogurt ed il ghiaccio rotto (usare lo strofinaccio per rompere il ghiaccio) fino ad ottenere una bevanda semi liquida e spumosa, nella quale incorporerete l'ingrediente di vostra scelta mescolandolo anch'esso nella bevanda. Crema delle Fate d'autunno Tutti i Pixies ne vanno matti! Ingredienti: - 500 gr di funghi gallinacci - la polpa di una zucca - salgemma - pepe - 1 dado di brodo di pollo - 1 presa di peperoncino - qualche foglia di coriandolo fresco - 1 vaso di panna - 1 pezzo di bacon Immergete i gallinacci lavati in acqua fresca con la polpa della zucca a dadini in una marmitta riempita a metà nella quale avrete messo un dado di brodo di pollo/. L'acqua non deve superare la metà degli ingredienti. Lasciate cuocere a fuoco basso il tutto per una buona mezz'ora. Togliete dal fuoco e frullate, ottenendo una purea arancio e fumante. In una casseruola sul fuoco mettete il pezzo di bacon e quando sfrigola coprirla con la panna, che si impregnerà del profumo del bacon. Pepate bene e aggiungete il peperoncino tritato e il salgemma. Togliete dal fuoco e incorporate nella purea. Versate in una zuppiera e aggiungete qualche foglia di coriandolo in superficie. |
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09-11-10, 20:56 | #4 |
La scrittrice Laurell K. Hamilton crea un personaggio Merry Gentry
Per chi non lo sapesse, il mondo di Merry Gentry è il mondo delle fate, ma altolà: non immaginatevi subito la premurosa Fata Madrina di "Cenerentola" o la frivola ma dolce Trilly di "Peter Pan"... Tutt'altro! Queste appartengono a un mondo ben più antico del mondo Disney: si tratta infatti delle creature misteriose e conturbanti della tradizione celtica, dalla Hamilton opportunamente “rimodellate” e “riadattate” a un contesto più moderno. Tuttavia, al fine di agevolare la lettura a chi fosse ignaro di tutto ciò (i romanzi di Merry Gentry non sono certo popolari come Harry Potter!), descriverò in breve le creature più importanti di questo universo fatato. Prima di tutto, bisogna precisare che ogni creatura non “umana” che vive sulla Terra viene dalla Hamilton indicata col nome generico di fey. Esistono poi vari tipi di fey. Ecco i principali: Sidhe I sidhe sono le fate “di sangue blu”. Vivono distinti in due corti, la Corte Seelie e la Corte Unseelie, rispettivamente governate da re Taranis, sovrano della Luce e delle Illusioni, e dalla regina Andais, dominatrice dell’Aria e delle Tenebre. Alla Corte Seelie appartengono solo i sidhe di sangue purissimo, mentre la corte Unseelie è il rifugio dei sangue-misto e di coloro che per un motivo o per l’altro si sono trovati ad essere banditi dalla Corte Seelie. I sidhe si distinguono dagli altri fey principalmente per tre cose: sembianze molto umane, una pelle che brilla di luce propria (in particolare durante i rapporti sessuali, ma non solo!) e spettacolari iridi dalla sfumatura tricolore. Avere i capelli biondi o rossi è per un sidhe sinonimo di grande bellezza, e motivo di vanto. Tutti i sidhe, in generale, hanno comunque un aspetto attraente, di cui spesso si servono, assieme ad un particolare tipo di charme semi-magico, per affascinare le creature più deboli e piegarle ai propri voleri. Possiedono anche una notevole forza e resistenza fisica, e sono solitamente alti e atletici. Goblin I Goblin sono creature feroci, sanguinarie, dall’aspetto deforme, ed amano tutto ciò che agli altri sembra disgustoso, come le secrezioni corporee e la sovrabbondanza di arti. Ne esistono di vari tipi, di varie forme e dimensioni: dai Berretti Rossi (simili a giganteschi orchi e chiamati così per il loro particolare copricapo, sempre intriso di sangue) ai Goblin-serpente, dai Goblin-ragno ai Gargoyle... I Goblin sono straordinari combattenti, anche se da molti secoli (al contrario dei sidhe) hanno perduto l'arte della magia. I canoni di bellezza Goblin sono inversamente proporzionali a quelli umani (e sidhe), per cui più gambe e braccia possiede una femmina e più è ritenuta allettante, e lo stesso vale per gli occhi, la bocca, il naso… Tuttavia, non è un mistero che i Goblin abbiano violentato in passato molte donne umane e sidhe, per cui alla loro Corte non sono rari i sangue-misto di quest’ultimo tipo (dal momento che una donna umana difficilmente sopravvive dopo l’assalto di un Goblin), ma in ogni caso questi semi-goblin hanno generalmente vita breve, e non è difficile immaginare il perché… L’attuale re dei Goblin è Kurag, affiancato dalla sua regina Creeda, dotata di ben dodici occhi… ma di una sola bocca! Demi-fey Fey delle dimensioni di una Barbie, o giù di lì. Hanno un corpo multicolore e sono dotati di ali iridescenti, che li fanno somigliare a grandi farfalle. Possono apparire creature graziose e inoffensive, ma in realtà le loro boccucce sono dotate di denti affilatissimi capaci di succhiar via tutto il sangue dal corpo di un umano in quattro e quattr'otto. Date le ridotte dimensioni (che permettono loro di passare facilmente inosservati), i demi-fey sono spesso usati dai sidhe come spie o messaggeri. La loro Corte è infatti da tempo subordinata alla Corte Unseelie, anche se continuano ad avere una loro regina, la minuscola Niceven. |
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fate, folletti, gnomi, incantesimi, nani, torte |
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