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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali.

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Vecchio 04-11-12, 15:55   #1
marilu
 
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Vecchio 04-11-12, 18:57   #2
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Dopo aver vissuto una vita "decente", il mio tempo sulla terra giunse alla fine.
La prima cosa che ricordo è che stavo seduto su una sedia nella sala d'aspetto di ciò che pensai fosse un'aula di tribunale. Le porte si aprirono e mi comandarono di entrare e di prendere posto al tavolo della difesa. Mentre mi guardavo attorno, vidi l'accusatore, era un malvagio dall'aspetto angelico, il quale ringhiava mentre mi fissava. Sinceramente era la persona più malvagia che avessi mai visto. Mi sedetti e guardai alla mia sinistra, lì c'era il mio avvocato, una persona dall'aspetto gentile e amorevole, mi era molto familiare.
La porta all'angolo si aprì e apparve il giudice, vestito di una tunica lunga, il quale emanava una meravigliosa presenza, mentre camminava verso il suo posto, tanto che non potevo fare a meno di guardarlo.
Quindi disse: "Cominciamo".
L'accusatore cominciò e disse: "Il mio nome è Satana e sono qui per mostrarvi perché quest'uomo appartiene all'inferno". Continuò mettendo in luce le bugie che dissi, le cose che rubai e quando nel passato tradii il prossimo e altre terribili perversioni, che sono state parte della mia vita e, più lui parlava più mi sentivo sprofondare giù. Ero così imbarazzato che non riuscivo a guardare nessuno, nemmeno il mio avvocato.
Il diavolo parlava di peccati che avevo completamente dimenticato; ero talmente sconvolto all'udire tutte queste cose che Satana stava dicendo, ma lo ero anche perché il mio avvocato stava seduto in silenzio, senza offrire nessuna forma di difesa.
Sapevo di essere colpevole di quelle cose, ma avevo fatto anche delle cose buone durante la mia vita, non avrebbero potuto esse alla fine riparare i danni che avevo causato?
Satana concluse con forza dicendo: "Quest'uomo appartiene all'inferno, egli è colpevole di tutto ciò che ho appena detto e nessuno può provare il contrario!".
Quando fu il suo turno, il mio avvocato prima di tutto chiese se si poteva avvicinare al giudice e gli fu concesso, nonostante la forte obiezione di Satana, ma il giudice gli disse di farsi avanti. Quando si alzò e cominciò a camminare, sono stato in grado di vederlo nel suo pieno splendore e maestà.
Capii perché mi sembrava così familiare. Gesù era il mio Avvocato, il mio Signore, il mio Salvatore.
Egli si fermò davanti al giudice e dolcemente gli disse: "Ciao padre!".
Quindi si rivolse alla corte: "Satana ha detto bene dicendo che quest'uomo ha peccato, non negherò nulla di ciò che ha detto, ed è vero che la pena per il peccato è la morte e quest'uomo merita di essere punito". Gesù fece un profondo respiro e si rivolse al padre suo con le braccia aperte dicendo: "In ogni modo sono morto sulla croce così che questa persona potesse ottenere la vita eterna e lui mi accettò come suo Salvatore, così che lui è mio!".
Il mio Signore continuò dicendo: "Il suo nome è scritto nel libro della vita e nessuno può strapparmelo. Satana ancora non l'ha capito del tutto".
"Quest'uomo non deve essere consegnato alla giustizia ma alla misericordia".
Quindi Gesù riprese il suo posto e tranquillamente fece una pausa guardando suo Padre, poi continuò: "Non c'è altro che è necessario fare. Ho già fatto ogni cosa".
Il Giudice alzò le Sue potenti mani e diede la sentenza.
Le seguenti parole uscirono dalle Sue labbra: "Quest'uomo è libero. La pena per lui è stata pagata in pieno, il caso è chiuso!".
Mentre il mio Signore mi guidava fuori, potei sentire Satana infuriato gridare: "Non mi scoraggio, vincerò sul prossimo!".
Quindi rivolgendomi a Gesù con gratitudine gli chiesi: "Hai mai perso una causa?".
Cristo mi sorrise amorevolmente e mi rispose: "Tutti coloro che vengono a me e mi chiedono di rappresentarli, ricevono lo stesso verdetto: "Pagato in pieno".
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Vecchio 04-11-12, 18:58   #3
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In un caldo giorno d'estate nel sud della Florida, un bambino decise di andare a nuotare nella laguna dietro casa sua. Uscì dalla porta posteriore correndo e si gettò in acqua nuotando felice. Sua madre lo guardava dalla casa attraverso la finestra e vide con orrore quello che stava succedendo. Corse subito verso suo figlio gridando più forte che poteva. Sentendola il bambino si allarmò e nuotò verso sua madre, ma era ormai troppo tardi. La mamma afferrò il bambino per le braccia, proprio quando il caimano gli afferrava le gambe. La donna tirava determinata, con tutta la forza del suo cuore. Il coccodrillo era più forte, ma la mamma era molto più determinata e il suo amore non l'abbandonava.
Un uomo sentì le grida, si precipitò sul posto con una pistola e uccise il coccodrillo. Il bimbo si salvò e, anche se le sue gambe erano ferite gravemente, poté di nuovo camminare.
Quando uscì dal trauma, un giornalista domandò al bambino se voleva mostrargli le cicatrici sulle sue gambe. Il bimbo sollevò la coperta e gliele fece vedere. Poi, con grande orgoglio si rimboccò le maniche e disse: "Ma quelle che deve vedere sono queste!".
Erano i segni delle unghie di sua madre che l'avevano stretto con forza.
"Le ho perché la mamma non mi ha lasciato e mi ha salvato la vita".

Anche noi abbiamo cicatrici di un passato doloroso. Alcune sono causate dai nostri peccati, ma alcune sono le impronte di Dio quando ci ha sostenuto con forza per non farci cadere fra gli artigli del male.
Ricorda che se qualche volta la tua anima ha sofferto... è perché Dio ti ha afferrato troppo forte affinché non cadessi!
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Vecchio 04-11-12, 23:43   #4
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La collina era talmente ampia che pareva non avesse orizzonte e talmente trapunta di pratoline da sembrare un immenso guanciale per il cielo.
Da qualche parte, in quel mare di fiori, una pratolina era triste.
"Che malinconia", pensava, "essere eguale a tutte le mie sorelle. Nulla che ci distingua le une dalle altre. E poi è tutto cosi monotono: ci apriamo al sole, ci chiudiamo alla notte, e, sopra di noi, sempre il solito cielo. Credevo che vivere fosse più bello...".
In quel momento, un uomo si sedette accanto a lei con un bimbo. Teneva in mano un dono per il tempio, uno di quei doni cosi comuni in Oriente, fatto di pane e frutti e fiori, che stanno a significare un ringraziamento totale per la bellezza del creato.
"Vedi, figlio mio, che meraviglia?", disse l'uomo: "Tra tutta questa infinità di pratoline, non ce n'è una che sia eguale all'altra!".
La pratolina pensò:
"Che uomo stolto. Dovrebbe dire il contrario".
L'uomo continuò:
"Paiono tutte eguali, eppure... anche se tutte avessero egual quantità di radici, e non la hanno; anche se tutte avessero egual numero di foglie, e non lo hanno; anche se tutte avessero stelo di pari altezza, e non lo hanno; anche se tutte avessero pari numero di petali, e non lo hanno; anche se tutte avessero la corolla di eguali dimensioni, e non la hanno; avrebbero pur sempre un diverso numero di cellule, e disposte in modo differente, e palpitanti in modo dissimile...".
La pratolina ascoltava col cuore in gola.
"Ne prendiamo una", continuò l'uomo, "per dare un tocco speciale al nostro dono?"
"Sì", disse il bambino, "la più bella".
La pratolina triste senti le dita del bimbo cingerle lo stelo e fu felice di essere così diversa dalle altre.
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Vecchio 05-11-12, 16:27   #5
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Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra.B M
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Vecchio 05-11-12, 17:04   #6
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Io non sono una che se ne va. Io sono una che resta, che aspetta, che soffre.
Sono una che si rialza e cammina.
Io sono una che ama sempre.

_M. Lubov
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Vecchio 05-11-12, 20:33   #7
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Monaco guerriero




Sono quel che sono. Avendo fede nella bellezza dentro di me, sviluppo fiducia. Nella dolcezza ho forza. In silenzio cammino con gli dei. In pace capisco me stesso e il mondo. Nel conflitto mi allontano. Nel distacco sono libero. Nel rispettare ogni creatura vivente, rispetto me stesso. In dedizione onoro il coraggio dentro di me. In eternità ho pietà per la natura di tutte le cose. In amore accetto incondizionatamente l’evoluzione degli altri. In libertà ho potere. Nella mia individualità esprimo la Forza divina che è dentro di me. In servizio dò quel che sono diventato. Sono quel che sono: Eterno, immortale, universale e infinito. E cosi sia.
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Vecchio 06-11-12, 09:50   #8
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Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l'altro in basso su una biforcazione dei rami.
Dopo un po', il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse: "Oh, come sono belle queste foglie verdi!".
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: "Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!".
E quello di sopra, indispettito: "Tu sei cieco! Sono verdi!".
E l'altro dal basso con il becco in su: "Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla! Sei matto!".
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L'altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all'altro, con le piume del collo arruffate per l'ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l'alto.
Il passerotto che veniva dall'alto emise un "oh" di meraviglia: "Guarda un po' che sono bianche!". Disse però al suo amico: "Prova un po' a venire lassù dove stavo prima".
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro: "Guarda un po' che sono verdi".

Non giudicare nessuno se prima non hai camminato un'ora nelle sue scarpe.
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Vecchio 06-11-12, 10:06   #9
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Nei tempi remoti, in Giappone, si usavano lanterne di carta e di bambù con le candele dentro. Una notte, a un cieco che era andato a trovarlo, un tale offri una lanterna da portarsi a casa.
"A me non serve una lanterna", disse il cieco. "Buio o luce per me sono la stessa cosa".
"Lo so che per trovare la strada a te non serve una lanterna", rispose l'altro, "ma se non l'hai, qualcuno può venirti addosso. Perciò devi prenderla".
Il cieco se ne andò con la lanterna, ma non era ancora andato molto lontano quando si sentì urtare con violenza.
"Guarda dove vai!", esclamò il cieco allo sconosciuto. "Non vedi questa lanterna?".
"La tua candela si è spenta, fratello", rispose lo sconosciuto.

Chi non conosce quelle persone arroganti che fendono il mondo in modo presuntuoso, senza accorgersi di essere ciechi che portano in mano una
lampada spenta?
Eppure molti di loro si fanno chiamare "maestro" o "dottore" o "onorevole" o "eccellenza
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Vecchio 06-11-12, 14:45   #10
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Il cielo avrà il colore dei tuoi occhi
i fiori avranno il colore del tuo cuore
non puoi sentire ciò che non è già dentro di te.
Ciò che ti appartiene è l’unica cosa che saprai trovare.
Coltiva l’amore se puoi e del resto sbarazzatene in fretta.
(Stephen Littleword
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arciere, awards, medaglia, planetario


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