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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali.

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Vecchio 05-02-16, 07:17   #1
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Se hai fiducia accadrà sempre qualcosa che aiuterà la tua crescita. Otterrai ciò di cui hai bisogno, e lo avrai al momento giusto, mai prima. Lo ottieni solo quando ne hai bisogno, e non c'è mai nemmeno un attimo di ritardo. Quando ne hai bisogno, lo ottieni, immediatamente, istantaneamente! Questa è la bellezza della fiducia. A poco a poco impari che l'esistenza continua a provvedere per te, che l'esistenza si prende cura di te. Non vivi in un'esistenza che è indifferente, che ti ignora. Ti preoccupi senza motivo; hai tutto ciò che ti serve. Quando hai imparato l'arte della fiducia, tutte le preoccupazioni scompaiono.
*Osho*
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Vecchio 06-02-16, 23:46   #2
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Voglio che mi ascolti, senza giudicarmi.
Che mi dia il tuo parere, senza darmi ordini.
Che ti fidi di me senza esigere.
Voglio che mi aiuti, senza voler decidere per me.
Che ti prendi cura di me, senza annullarmi.
Che mi guardi senza proiettare le tue cose su di me.
Voglio che mi abbracci, senza asfissiarmi.
Che mi incoraggi, senza spingermi.
Che mi dia supporto, senza farti carico di me.
Voglio che mi proteggi, senza mentirmi.
Che ti avvicini senza invadermi.
Voglio che tu conosca di me le cose che meno ti piacciono
Le accetti e non pretenda di cambiarle
Voglio che tu sappia, che oggi e sempre
puoi contare su di me senza condizioni.

( Jorge Bucay )
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Vecchio 07-02-16, 14:41   #3
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A volte piango perché sono stanca di essere forte ( LEGGETELA BELLISSIMA )

Concediamoci ogni tanto questa licenza per sfogarci e per recuperare il contatto con noi stessi. Non vuol dire essere deboli, ma capire i nostri limiti e le nostre capacità.

A volte siamo esausti, abbiamo raggiunto il limite delle nostre forze e abbiamo bisogno di lasciarci andare. Piangere non significa arrendersi e tanto meno è un segno di debolezza.

A volte non abbiamo altra scelta che ricorrere a questo sfogo perché siamo stanchi. Stanchi di essere forti. Perché la vita ci sta chiedendo troppo e le persone intorno a noi non sempre vedono tutto quello che stiamo facendo senza chiedere niente in cambio.

Non portate il peso del mondo sulle vostre s*****. Caricate solo ciò che è davvero essenziale per voi e non dimenticate mai che il vostro cuore ha bisogno di uno spazio privilegiato per voi stessi. E se avete bisogno di piangere, fatelo, perché anche i forti se lo possono permettere.

Non possiamo essere sempre forti
Forse anche voi siete stati educati all’idea che le lacrime devono essere “trattenute”, che la vita è difficile per tutti e piangere non serve a niente. Questa idea, a lungo andare, può essere dannosa a livello emotivo.

Spesso reprimiamo il pianto cercando di nascondere quello che proviamo e lasciando credere, sotto false apparenze, che tutto vada bene.
Sforzarsi di sembrare “normali”, nascondere sentimenti e problemi, finirà non solo per tacere le vostre emozioni di fronte agli altri, ma anche a voi stessi.
Le emozioni soffocate sono problemi non affrontati. Un problema non gestito è un’emozione che finisce per essere somatizzata sotto forma di mal di testa, stanchezza, tensione muscolare, nausea e problemi digestivi.
Vi consigliamo di leggere: Ecco come le nostre emozioni causano il mal di schiena
Non si può essere sempre forti, così come non si può nascondere disagio o tristezza per tutta la vita. Non è sano né igienico. È importante concedersi qualche istante di sfogo in cui le lacrime agiscono come autentico anti stress.

Piangere è una cura.
Le lacrime sono uno sfogo, rappresentano il primo passo verso il cambiamento. Piangere significa accettare le nostre emozioni e liberarle.
Dopo il pianto, arriva la calma, ci sentiamo più rilassati, più capaci di vedere la realtà e di prendere decisioni.


La necessità di essere forti quando la vita ci chiede troppo
Solo voi conoscete gli sforzi che vi hanno portati dove siete e se avete dovuto rinunciare a qualcosa per le persone che amate.

Tutto questo lo avete fatto come libera scelta, perché lo volevate, perché era giusto farlo; ma arriva sempre un momento in cui sembra che la vita, e ancora di più le persone che ci stanno intorno, non ci trattino con lo stesso riguardo.

Dobbiamo essere forti di fronte ad una società che non aiuta in ambito lavorativo o sociale. Mostrare forza di fronte ad una famiglia che non sempre è facile da tenere unita, genitori, fratelli o fidanzati che spesso non tengono conto delle nostre esigenze.
E arrivano quei giorni in cui non ne potete più di essere forti, di farvi carico di tutto. Piangere diventa una necessità.

È importante stabilire un limite, far sì che la vita ci chieda solo quello che possiamo offrirle
Nessuno è in grado di dare più di quello che ha. È impossibile portare allegria e felicità in famiglia se in cambio non vi ripagano con lo stesso affetto.

La soluzione sta nell’equilibrio che ci serve per essere forti, per adempiere ai nostri impegni e per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti tenendo conto delle difficoltà.

Essere forti vuol dire, per prima cosa, stare bene con noi stessi. Coltivate la vostra crescita personale, ritagliate momenti solo per voi stessi, godete dei vostri affetti. Amate tutte le persone che vi stanno vicino e, soprattutto, voi stessi.
Il più forte è chi sa amare e allo stesso tempo, amarsi. Non è un discorso di egoismo.
Essere forti significa anche liberarci dai pesi che intralciano la nostra crescita, che attentano al nostro benessere e che ci fanno soffrire. Si sa, spesso fa male, ma è necessario smettere di dare priorità a chi non ci considera.
A-volte-piango-e-non-per-debolezza-ma-perché-sono-stanca-di-essere-forte2-500x263

Essere forti implica permettersi di essere “debole” di tanto in tanto. Che cosa vuol dire?

Avete tutto il diritto di dire che non ce la fate a reggere qualcosa, che una situazione è superiore alle vostre forze e che non potete assumere più responsabilità di quelle che già avete.
Avete il diritto di dire che non ce la fate più, che avete bisogno di riposo.
Avete diritto a ricevere rispetto, affetto e gratitudine. Chi ha bisogno di voi deve capire che anche voi avete bisogno di loro.
E, naturalmente, avete tutto il diritto ad un momento di sfogo, di intimità, per passeggiare e pensare a voi stessi, piangere, dare ascolto ai vostri pensieri ed emozioni, prendere decisioni e andare avanti.

Perché la vita alla fine è questo. Percorrere la nostra strada rimanendo in equilibrio e cercando di stare bene dentro.

FONTE http://viverepiusani.com/a-volte-pia...-essere-forte/
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Vecchio 13-02-16, 19:32   #4
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L'essenza della vita umana non è ciò che ci hanno detto per migliaia di anni, ma cosa si allora?
anche oggi durante i consulti mi sono trovato a spiegare cosa siamo nati a fare ... cosa è la vera vita e cosa è questo film che ognuno di noi sta vivendo. Più vado avanti e più mi rendo conto di quanto l'essere umano si è fatto sottomettere da gente che più ignorante di lui lo ha reso ancora più ignorante. Ma la responsabilità di tutto questo non era di chi ha sottomesso, ma di chi si è fatto sottomettere! Si miei cari amici, se voi vi sentite meno di qualcun'altro, siete voi a dargli un valore maggiore a voi, se vi hanno reso schiavi, siete stati voi a mettere le catene. Non esiste catena più forte di quella che ti sei messa da solo, I maestri più grandi sono spesso stati presi per folli, sono stati poi perseguitati perché stavano liberando le folle, eppure loro non hanno mai scritto una singola parola di ciò che sanno, sono stati i loro seguaci a volerlo fare. Nessuno di loro si è incatenato, ma ce sempre chi lo ha voluto fare. Spesso rido a tutto questo, mi chiedo come può un essere umano farsi carico di tutto questo e rendersi schiavo lo stesso, eppure lo fa! L'essere umano è lo schiavo della sua mente, il nostro più grande nemico, noi stessi. Il nostro più grande amico... quello che non ascoltate quasi mai... Il Cuore!
Sciogli le tue catene, liberati dal tuo male, accogli la tua vera responsabilità e godi il suo frutto. La libertà di essere chi sei tu veramente.
Love, Al-Ways. Peter Emoticon heart
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Vecchio 13-02-16, 22:41   #5
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La leggenda dice che San Valentino amava regalare qualche fiore ai ragazzi e alle ragazze che passavano dal suo giardino. Pian piano si diffuse l'abitudine delle coppie di innamorati di presentarsi al Santo per ricevere i fiori considerati di buon augurio per la loro unione. Ben presto l'abitudine si diffuse talmente da costringere il Santo a dedicare il 14 di ogni mese alla benedizione delle giovani coppie di fidanzati in procinto di sposarsi. La festa di San Valentino si celebra il 14 febbraio di ogni anno per ricordare che egli si recò in quel giorno in Paradiso per celebrare le sue nozze con Dio.
La festa di San Valentino si diffuse presto in tutto il mondo diventando una delle feste più amate dell'anno.
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Vecchio 20-02-16, 11:58   #6
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La saggezza è a disposizione di tutti, anche se non tutti sono aperti a riceverla. E' più facile pensare che non ne siamo all'altezza, che non siamo abbastanza intelligenti o che ne siamo indegni. Ma sono appunto queste false idee che ci impediscono di fare quello che abbiamo sempre sognato. Stipiamo la nostra mente di risentimenti e invidie, invece di sviluppare la conoscenza di noi stessi. E solo quando comprendiamo che sono i pensieri distruttivi il nostro peggiore nemico, riusciamo ad aggirare questi ostacoli sul nostro cammino. Così, possiamo iniziare a fare quello che abbiamo sempre sognato.
(Joyce Sequichie Hifler - Cherokee
tratto da : Sentiero Pellerossa
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Vecchio 20-02-16, 13:01   #7
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Non lasciarmi sola disse la terra,non lasciare che il tempo invecchi la mia pelle e che l'indifferenza inaridisca il mio cuore
Non abbandonarmi al mio destino non lasciarmi spoglia di vita
Non strappare via i miei sogni
Gettandoli nel fuoco
Sei cosí stolto uomo che non ti accorgi che il paradiso e sulla terra e la tua non curanza lo ha mutato in un deserto senza vita....
A poco a poco mi stò spegnendo e le mie gambe tremano tanto da spezzare in due le montagne e far alzare i fiumi dai loro letti
Il mare minaccia di prendermi con se e portarmi via nelle sue profonditá...
È il cielo e triste e piove sempre di lacrime amare...
Le creature sono in subbuglio uomo e tu continui a non accorgerti che se non farai qualcosa presto verrá la mia fine e con me tu non sarai mai esistito....
L'uomo restò in silenzio e non ebbe il coraggio di rispondere,ma un bimbo che stava mangiando un agrume,prese il nocciolo e scavando una piccola buca a terra piantò quel seme e sorrise alla terra....
By Kirama
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Vecchio 05-03-16, 13:30   #8
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Ci sono vuoti che non puoi riempire con chiunque,
perché sono riservati ad Anime speciali,

poi ci sono vuoti che nessuno può colmare
perché gridano forte il tuo nome,

sono voragini nel tuo cuore
che vuole essere amato, ma non da altri,

lui vuole Te.

~
Nevenka Vujicic
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Vecchio 10-03-16, 15:08   #9
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Ci sono donne che camminano controvento da una vita. Ci sono donne che hanno occhi profondi e sconosciuti come oceani. Ci sono donne che cambiano pelle per amore..Ci sono donne che donano il loro cuore, per poi ritrovarsi a raccattarne i cocci da sole...Ci sono donne che in silenzio fanno ballare la propria anima su una spiaggia al tramonto...Se ti fermi un istante le puoi sorprendere, mentre lottano contro il proprio istinto...Mentre fanno passeggiare il proprio dolore a piedi nudi, affrontando onde che ad ogni mareggiata sono sempre più minacciose...Ci sono donne che chiudono gli occhi, ascoltando una musica lenta,che rende ancora più salate le loro lacrime...Ci sono donne che con orgoglio ma con il nodo in gola, rinunciano alla felicità...Ci sono donne che con i loro occhi fotografano quegli splendidi ma così
fugaci attimi in cui si sentono abbracciate dall'amore,sperando di mantenerli vivi e colorati per sempre...Se apri gli occhi un istante le puoi osservare, mentre disseminano briciole di se stesse lungo il percorso verso quel treno che le porterà via, mentre urlano la loro rabbia contro vetri tremolanti di una casa diventata prigione...mentre sorridono di disperazione a chi le vorrebbe far tornare alla vita di sempre...Ci sono donne che non si fermano davanti a nulla... perché non troveranno mai la fine di quel filo...Ci sono donne che hanno fatto un nodo per ogni loro lacrima,sperando che arrivi qualcuno a scioglierli...Non fermare il cuore di una donna, niente vale di più.Non far piangere una donna, ogni lacrima è un po' di lei stessa che se ne va...Non farla aspettare da sola ed impaurita seduta sul confine della pazzia e se la vuoi amare, fallo davvero,con tutto te stesso! Stringila e proteggila... lotta per lei, uccidi per lei, piangi con lei, donale il più bel raggio di sole,ogni giorno tieni sempre accesa quella luce nei suoi occhi,quella luce è speranza, è amore, è puro spirito. É vento, è la più bella stella di qualsiasi notte...
(C.De Felice)
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Vecchio 19-03-16, 08:39   #10
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Aveva 6 anni la prima volta che la incontrai in spiaggia. Vado lì tutte le volte che ho bisogno di tempo per pensare, quando tutto mi sembra difficile da affrontare - la spiaggia si trova a soli 5 o 6 chilometri da casa mia. La bambina stava costruendo un castello di sabbia o qualcosa di simile e quando volse lo sguardo verso di me non potei non notare i suoi occhi blu mare.

"Ciao!", mi disse. La salutai con un semplice cenno della testa, non avevo proprio voglia di essere disturbata da qualche piccoletto. "Sto costruendo", disse. "Lo vedo, che cos'è?" le risposi, prestandole appena attenzione. "Oh, non lo so, è che mi piace toccare la sabbia", mi rispose ancora. Vero, buona idea pensai e mi tolsi le scarpe. Un piovanello ci planò vicino. "Che bello, la mia mamma dice che questi uccelli portano felicità", disse la piccola. L'uccello si rialzò in volo finendo dall'altra parte della spiaggia. "Addio gioia, benvenuta tristezza", bisbigliai tra me e me. Ero depressa, la mia vita non aveva alcun senso. "Come ti chiami?", la ragazzina proprio non voleva mollare.

"Ruth. Mi chiamo Ruth Petersen", le dissi.

"Io sono Wendy e ho 6 anni".

"Ciao Wendy", le risposi.

Ridacchiando mi disse: "Sei buffa!".

Nonostante tutta la tristezza del momento riuscii a ridere anche io e mi allontanai, mentre la sua risata continuava a seguirmi.

"Torna di nuovo, signora P, così potremo passare un altro giorno felice".


Twitter/Joaquin Baldwin

I giorni e le settimane successive volarono tra stress, impegni, boy scout, incontri scuola-famiglia e mia madre gravemente malata. Una mattina il sole splendeva alto, tolsi le mani dall'acqua dei piatti e mi dissi: "Mi serve un piovanello!". Presi la giacca e uscii. Mi avvolse l'odore del mare, così familiare eppure sempre diverso. C'era una brezza fredda ma non mi lasciai intimorire: ero alla ricerca di quella serenità e profonda felicità di cui avevo bisogno. A quel punto mi ero completamente dimenticata della bambina e fui colta di sorpresa quando ricomparve.

"Ciao! Ti va di giocare?, mi chiese.

"Cosa hai in mente?", risposi senza nascondere che la domanda mi seccava.

"Non so, scegli tu".

"Che ne dici del gioco dei mimi?", dissi sarcastica.

E lei, esplodendo in una risata: "Non so cosa sia!".

"E allora che ne dici se camminiamo soltanto?", le suggerii. A quel punto notai il suo bellissimo viso. "Dove vivi?", le chiesi.

"Laggiù", disse puntando il dito verso una schiera di case estive.

Strano, mi dissi, in inverno. "Dove vai a scuola?".

"Non vado a scuola, la mamma dice che siamo in vacanza". Continuò a parlare per tutto il tempo della nostra passeggiata sulla spiaggia, ma la mia testa era da un'altra parte. Quando la salutai, prima di andare verso casa, Wendy mi disse che era stato un giorno molto felice, io sorrisi e fui d'accordo con lei; mi sentivo, con mia grande sorpresa, molto meglio.


flickr/Joshua Smith

3 settimane dopo corsi in spiaggia in preda a una crisi di panico, non ero dell'umore neanche di salutare Wendy, sperai di poter vedere la sua mamma in veranda e chiederle se potesse tenere in casa con sé la figlia. "Guarda se non ti dispiace", le dissi mentre lei mi veniva incontro, "preferirei restare da sola oggi". Mi sembrò incredibilmente pallida e a corto di fiato. "Perché?", mi chiese.

Mi voltai verso di lei e le urlai: "Perché mia madre è morta!", e mi chiesi perché glielo stessi dicendo.

"Oh, allora questo è un brutto giorno per te", mi disse.

"Sì", le risposi, "così come ieri e il giorno prima ancora, vai via!".

"Ha fatto male?", mi chiese.

"Ha fatto male cosa?", a quel punto ero esasperata da lei ma anche da me stessa.

"Quando è morta...".

"Ma certo che ha fatto male!!!", urlai e poi andai via in preda al dolore.

Un mese dopo circa, quando andai in spiaggia, lei non c'era. Mi sentivo in colpa, mi vergognavo e dovevo ammettere che mi era mancata. Per cui presi coraggio e andai verso la casa che mi aveva indicato; bussai alla porta. Mi aprì una donna dai capelli color miele: "Salve", dissi, "Sono Ruth Peterson. Non ho visto la sua piccolina oggi, mi chiedevo dove fosse".

"Oh, certo, la signora Peterson, venga, si accomodi. Wendy mi ha parlato spesso di lei. Mi dispiace averle permesso di darle fastidio, se è stata troppo invadente la prego di accettare le mie scuse".

"Per niente, è una bambina meravigliosa", dissi, rendendomi conto solo in quel momento che lo pensavo sul serio. "Dov'è?".

"Wendy è morta la scorsa settimana, signora Peterson. Aveva la leucemia, immagino non glielo avesse detto".

Ero senza parole, e mi mancava il terreno sotto i piedi. Non riuscivo a respirare.

"Amava questa spiaggia, per cui quando ci ha chiesto di venire qui non abbiamo saputo dirle di no. Sembrava stesse molto meglio e soprattutto diceva di trascorrere tanti di quelli che lei chiamava giorni felici. Nelle ultime settimane però era peggiorata velocemente", le mancò la voce, "Ha lasciato qualcosa per lei... se solo riesco a trovarla. Le spiace aspettare un momento mentre dò un'occhiata?".

Feci segno di sì, ancora fuori di me, mentre cercavo qualcosa da poter dire a quella povera donna. Tornò con una busta macchiata su cui era scritto in stampatello e con la calligrafia di un bambino "Signora P". Dentro c'era un disegno dai colori molto intensi: una spiaggia bianca, il mare blu e un uccello marrone. Sotto, scritto con cura:

"Un piovanello, perché ti porti gioia".

I miei occhi si riempirono di lacrime, e il mio cuore, che ormai aveva dimenticato cosa era l'amore, esplose. Abbracciai la mamma di Wendy: "Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace"continuai a mormorare e piangemmo insieme.

Il disegno è adesso incorniciato e appeso nel mio studio: sei parole, come i suoi anni, che mi ricordano della bellezza, del coraggio e dell'amore incondizionato. Il regalo di una bambina che aveva il mare nei suoi occhi blu, il dorato della sabbia nei suoi capelli e che mi ha donato l'amore.


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