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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali.

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Vecchio 04-11-12, 23:58   #121
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C'era una volta un albero che amava un bambino. Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni.
Raccoglieva le sue foglie con le quali intrecciava delle corone per giocare al re della foresta. Si arrampicava sul suo tronco e dondolava attaccato al suoi rami. Mangiava i suoi frutti e poi, insieme, giocavano a nascondino.
Quando era stanco, il bambino si addormentava all'ombra dell'albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna nanna.
Il bambino amava l'albero con tutto il suo piccolo cuore.
E l'albero era felice.
Ma il tempo passò e il bambino crebbe.
Ora che il bambino era grande, l'albero rimaneva spesso solo.
Un giorno il bambino venne a vedere l'albero e l'albero gli disse:
"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami, mangia i miei frutti, gioca alla mia ombra e sii felice".
"Sono troppo grande ormal per arrampicarmi sugli alberi e per giocare", disse il bambino. "Io voglio comprarmi delle cose e divertirmi. Voglio dei soldi. Puoi darmi dei soldi?".
"Mi dispiace", rispose l'albero "ma io non ho dei soldi. Ho solo foglie e frutti. Prendi i miei frutti, bambino mio, e va' a venderli in città. Così avrai dei soldi e sarai felice".
Allora il bambino si arrampicò sull'albero, raccolse tutti i frutti e li porto via.
E l'albero fu felice.
Ma il bambino rimase molto tempo senza ritornare... E l'albero divenne triste.
Poi un giorno il bambino tornò; l'albero tremò di gioia e disse:
"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami e sii felice".
"Ho troppo da fare e non ho tempo di arrampicarmi sugli alberi", rispose il bambino. "Voglio una casa che mi ripari", continuò. "Voglio una moglie e voglio dei bambini, ho dunque bisogno di una casa. Puoi danni una casa?".
"Io non ho una casa", disse l'albero. "La mia casa è il bosco, ma tu puoi tagliare i miei rami e costruirti una casa. Allora sarai felice".
Il bambino tagliò tutti i rami e li portò via per costruirsi una casa. E l'albero fu felice.
Per molto tempo il bambino non venne. Quando ritornò, l'albero era così felice che riusciva a malapena a parlare.
"Avvicinati, bambino mio", mormorò "vieni a giocare".
"Sono troppo vecchio e troppo triste per giocare", disse il bambino. "Voglio una barca per fuggire lontano di qui. Tu puoi darmi una barca?".
"Taglia il mio tronco e fatti una barca", disse l'albero. "Così potrai andartene ed essere felice".
Allora il bambino tagliò il tronco e si fece una barca per fuggire. E l'albero fu felice... ma non del tutto.
Molto molto tempo dopo, il bambino tornò ancora.
"Mi dispiace, bambino mio", disse l'albero "ma non resta più niente da donarti... Non ho più frutti".
"I miei denti sono troppo deboli per dei frutti", disse il bambino.
"Non ho più rami", continuò l'albero "non puoi più dondolarti".
"Sono troppo vecchio per dondolarmi ai rami", disse il bambino.
"Non ho più il tronco", disse l'albero. "Non puoi più arrampicarti".
"Sono troppo stanco per arrampicarmi", disse il bambino.
"Sono desolato", sospirò l'albero. "Vorrei tanto donarti qualcosa... ma non ho più niente. Sono solo un vecchio ceppo. Mi rincresce tanto...".
"Non ho più bisogno di molto, ormai", disse il bambino. "Solo un posticino tranquillo per sedermi e riposarmi. Mi sento molto stanco".
"Ebbene", disse l'albero, raddrizzandosi quanto poteva "ebbene, un vecchio ceppo è quel che ci vuole persedersi e riposarsi. Avvicinati, bambino mio, siediti. Siediti e riposati".
Così fece il bambino.
E l'albero fu felice.
(Shel Silverstein)

Questa sera siediti in un angolo tranquillo e aiuta il tuo cuore a ringraziare tutti gli "alberi" della tua vita.
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  #1.5

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Vecchio 05-11-12, 00:10   #122
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Sentendo vicina la propria fine, l'imperatore della Cina volle trovare un marito per la sua unica figlia. Questa non era solo la più elegante e la più colta di tutte le fanciulle dell'impero, ma era anche di gran lunga la più bella. Aveva un unico neo: non voleva affatto sposarsi.
Siccome il padre la supplicava, dichiarò che avrebbe accettato come sposo colui che le avesse portato una rosa blu. Appena furono a conoscenza della condizione, tutti i giovani principi e nobili dell'Impero si precipitarono alla ricerca di una rosa blu. Una ricerca vana. Uno dopo l'altro rinunciavano. Alla fine rimasero in tre.
Il primo era il mercante più ricco dell'impero, più ricco dello stesso imperatore. Andò dal più grande alchimista del mondo che con filtri e liquidi colorati trasformò una rosa bianca in una perfetta rosa blu. Senza perdere tempo, il mercante portò la rosa al palazzo imperiale. La principessa impallidì, ma poi guardando la rosa disse: "Se una farfalla si posasse su questa rosa morirebbe avvelenata". E gettò via la rosa con disgusto.
Il secondo era il generale delle armate imperiali. Domandò al più abile gioielliere del mondo di fargli una rosa blu intagliata in uno zaffiro. Quando la principessa posò i suoi occhi color della notte sulla rosa che brillava vellutata come l'acqua del mare che riflette il cielo, disse: "Papà, non vedi che non è una rosa, ma solo uno zaffiro tagliato in forma di rosa?".
Il terzo pretendente era il figlio del Primo Ministro, un giovane, bello, colto, gentile. Fece lavorare per tre mesi tutti i migliori artisti del paese per creare una rosa blu di finissima porcellana.
"La terrò perché è bellissima", disse la principessa, "ma è solo un soprammobile".
Così anche il terzo pretendente fu rifiutato.
Una bella sera d'estate, la principessa ammirava il tramonto dalla sua finestra, quando sentì qualcuno che cantava. Era un giovane poeta che passava di là per caso. I suoi occhi incontrarono quelli della fanciulla. Rimasero per un po' in silenzio. Poi il giovane poeta disse dolcemente: "Io desidero sposarti".
"Ahimè!", rispose la principessa. "Io sono la figlia dell'imperatore, e ho promesso di sposare solo colui che mi porterà una rosa blu. Finora nessuno c'è riuscito".
"La troverò", disse il poeta.
Il mattino dopo il poeta raccolse una rosa bianca e la portò all'imperatore. Questi la presentò alla figlia ridendo. La principessa prese la rosa e disse senza esitazione: "Oh, finalmente, ecco la rosa blu!"
L'imperatore ci mise un bel po' prima di riaversi dalla sorpresa. I ministri e i cortigiani cominciarono a mormorare: "Ma questa rosa non è blu...".
Ma la principessa replicò: "I vostri occhi non funzionano! Questa rosa è blu, ve l'assicuro. Guardate bene e vedrete che è di un blu meraviglioso!".
Tutta la corte tacque. La principessa sposò il poeta e furono felici per sempre.

Si vede bene solo con il cuore. Dovremmo fidarci di più di lui.
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Vecchio 05-11-12, 00:31   #123
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Quando il Sole sta per tramontare, nasce ogni giorno la malinconia.
"Da dove nasce?" si sono sempre chiesti gli studiosi dell’animo umano. E' nascosta nelle cose e compare come una specie di fantasma che bussa lievemente alle soglie dei cuori, oppure ha il suo nido nei cuori trepidanti perché tutto finisce, anche il giorno più splendente? Non nasce così.
La malinconia nasce dal Sole, dispiaciuto e turbato di dover lasciare il posto al buio. Il Sole, tutto luce, non ha la più pallida idea di che cosa sia l’ombra, figuriamoci il buio. Un suo minimo raggio, anche riflesso, lo annienta. Il Sole vorrebbe essere tutto luce per tutta la terra, un manto di luce totale, sempre. E' un esagerato e, come tutti gli esagerati, un invadente; e, come tutti gli invadenti, un suscettibile. Ecco perché, quando sta per scomparire, esprime ogni giorno un po’ di struggimento, che contagia le nuvole e le anime, gli occhi dei viventi e i cuori degli amanti.
Non trattiamo quindi male la malinconia. È pur sempre un dono che nasce dalla luce. E non trattiamo male il nostro cuore quando soffre di malinconia; anch’esso vorrebbe essere tutto luce, e non può esserlo, sinché non si sia trasformato in una stella.

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Vecchio 05-11-12, 00:33   #124
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complimentissimi questa è stupenda
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Vecchio 05-11-12, 00:35   #125
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Una volta un cardellino fu ferito a un'ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra. Poi, terribile e gelido, arrivò l'inverno.
Un freddo mattino, cercando qualcosa da mettere nel becco, il cardellino si posò su uno spaventapasseri. Era uno spaventapasseri molto distinto, grande amico di gazze, cornacchie e volatili vari.
Aveva il corpo di paglia infagottato in un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano fatti con granelli di mais; per naso aveva una carota e due noci per occhi.
"Che ti capita, cardellino?", chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre.
"Va male. - sospirò il cardellino - Il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo. Penso che non rivedrò la primavera".
"Non aver paura. Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda".
Così il cardellino trovò una casa nel cuore di paglia dello spaventapasseri. Restava il problema del cibo. Era sempre più difficile per il cardellino trovare bacche o semi. Un giorno in cui tutto rabbrividiva sotto il velo gelido della brina, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino.
"Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais".
"Ma tu resterai senza bocca".
"Sembrerò molto più saggio".
Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse. E gli sorrideva con gli occhi di noce.
Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota.
"Mangialo. E' ricco di vitamine", diceva lo spaventapasseri al cardellino.
Toccò poi alle noci che servivano da occhi. "Mi basteranno i tuoi racconti", diceva lui.
Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa.
Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c'era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo azzurro.
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Vecchio 05-11-12, 00:43   #126
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La collina era talmente ampia che pareva non avesse orizzonte e talmente trapunta di pratoline da sembrare un immenso guanciale per il cielo.
Da qualche parte, in quel mare di fiori, una pratolina era triste.
"Che malinconia", pensava, "essere eguale a tutte le mie sorelle. Nulla che ci distingua le une dalle altre. E poi è tutto cosi monotono: ci apriamo al sole, ci chiudiamo alla notte, e, sopra di noi, sempre il solito cielo. Credevo che vivere fosse più bello...".
In quel momento, un uomo si sedette accanto a lei con un bimbo. Teneva in mano un dono per il tempio, uno di quei doni cosi comuni in Oriente, fatto di pane e frutti e fiori, che stanno a significare un ringraziamento totale per la bellezza del creato.
"Vedi, figlio mio, che meraviglia?", disse l'uomo: "Tra tutta questa infinità di pratoline, non ce n'è una che sia eguale all'altra!".
La pratolina pensò:
"Che uomo stolto. Dovrebbe dire il contrario".
L'uomo continuò:
"Paiono tutte eguali, eppure... anche se tutte avessero egual quantità di radici, e non la hanno; anche se tutte avessero egual numero di foglie, e non lo hanno; anche se tutte avessero stelo di pari altezza, e non lo hanno; anche se tutte avessero pari numero di petali, e non lo hanno; anche se tutte avessero la corolla di eguali dimensioni, e non la hanno; avrebbero pur sempre un diverso numero di cellule, e disposte in modo differente, e palpitanti in modo dissimile...".
La pratolina ascoltava col cuore in gola.
"Ne prendiamo una", continuò l'uomo, "per dare un tocco speciale al nostro dono?"
"Sì", disse il bambino, "la più bella".
La pratolina triste senti le dita del bimbo cingerle lo stelo e fu felice di essere così diversa dalle altre.
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Vecchio 05-11-12, 00:47   #127
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C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: "Guardate quel ragazzo quanto è maleducato... lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano". Allora la moglie disse a suo marito: "Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio." Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: "Guardate che svergognato quel tipo... lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa." Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava: "Povero uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino; e povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!" Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: "Sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta: gli spaccheranno la schiena!". Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: "Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!

Conclusione: Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi.
Fai cosa ti dice il cuore... ciò che vuoi... una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi: canta, ridi, balla, ama... e vivi intensamente ogni momento della tua vita... prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi
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Vecchio 05-11-12, 01:02   #128
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"Non stia lì a perdere tempo con me. Sono una poco di buono, faccio schifo a tutti, e faccio schifo anche a me!".
Era una giovane arrabbiata. Incrociò il parroco che l'aveva invitata a frequentare il gruppo dei giovani e con astio e amarezza snocciolò tutte le cose che non le piacevano di se stessa: "Sono piatta e insignificante, ho un carattere insopportabile, ci provo con tutti, ma nessuno mi vuole veramente, sono invidiosa delle mie amiche e in famiglia do' sui nervi a tutti. Che ci sto a fare in questo mondo?".
Il parroco la guardò e, dopo un momento di silenzio, le disse: "Lo sai che hai due stupendi occhi verdi?".
La ragazza tacque interdetta.
Il primo passo era fatto.

Era una signora che aveva comprato un copriletto orribile. L'aveva comprato per disperazione, pagandolo cinque euro, a una vendita di articoli di seconda mano. Ogni volta che rifaceva il letto, distendeva il copriletto con una smorfia di disgusto.
Poi, un giorno, sfogliando un catalogo di vendita per corrispondenza trovato per caso, vide lo stesso copriletto firmato da un notissimo stilista. Costava trecento euro!
Non appena scopri il prezzo del copriletto, esso acquistò tutta un'altra bellezza al suoi occhi.
Qualunque cosa pensi di te stesso, agli occhi di Dio tu hai un prezzo altissimo.

Alcuni uomini non sanno quant'è importante che essi ci siano.
Alcuni uomini non sanno quanto faccia bene, anche solo vederli.
Alcuni uomini non sanno quanto sia di conforto il loro benevolo sorriso.
Alcuni uomini non sanno quanto sia benefica la loro vicinanza.
Alcuni uomini non sanno quanto saremmo più poveri senza di loro.
Alcuni uomini non sanno di essere un dono del cielo.
Lo saprebbero se noi glielo dicessimo.
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Vecchio 05-11-12, 09:51   #129
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Pensiero vagava qua e là, nervoso e inquieto.
Sofisticato e aristocratico com’era, quella lunghissima attesa lo umiliava. Finalmente, dopo stramiliardi di secoli, il Creatore lo chiamò a sé.
"E' giunto il tuo momento", gli disse, dandogli un indirizzo fuor di mano.
"Ma guarda un po’ in che razza di posto devo andare", brontolava il Pensiero mentre si dirigeva sulla terra.
"Come ti senti?", gli chiese il Creatore dopo millanta anni.
"Un po’ allo stretto, dentro a questa scatola...", disse il pensiero.
"Così ti concentrerai meglio", gli rispose il Creatore che sa bene quel che fa.
Passarono secoli e secoli e l’Eterno si rifece vivo:
"E adesso?"
"Va molto meglio. Mi sento persino un po’ creatore", gli rispose il Pensiero con un’aria che al Creatore non piacque affatto.
"Bada di non attorcigliarti troppo su te stesso", gli consigliò. "Potresti finir male".
Passò ancora un po’ di tempo ed il Sommo, un po’ preoccupato, si rifece vivo:
"Come vanno le cose?"
"Mica tanto bene. Mi pareva d’aver raggiunto il top quando, quasi d’improvviso, tutto è diventato confuso".
"Ma ti sei messo in contatto con il Cuore?", gli chiese un po’ nervoso il Creatore.
"In contatto con il Cuore? Mica me lo avevi detto!", ripose il Pensiero accigliato.
"Ma che razza di Pensiero sei se il tuo primo pensiero non è stato questo?", lo sgridò l’Eterno.
Il Pensiero si diede da fare. Ma è partito in ritardo. Ed è per questo che le cose sulla terra vanno così a rilento.
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Vecchio 05-11-12, 10:01   #130
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Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: "Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavaré l'onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala.
Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura.
Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo. Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate.
Bene! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona".

I monaci di un convento trovavano molta difficoltà ad andare d'accordo. Spesso scoppiavano dispute, anche per motivi futili. Invitarono allora un maestro di spirito che affermava di conoscere una tecnica garantita per portare l'armonia e l'amore in ogni gruppo. A loro il maestro rivelò il suo segreto: "Ogni volta che sei con qualcuno o ce l'hai con qualcuno, devi dire a te stesso: io sto morendo e anche questa persona sta morendo. Se pensi veramente a queste parole, ogni amarezza scomparirà".
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