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FRASI PENSIERI RIFLESSIONI Le più belle,le più o meno note,le personali.

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Vecchio 04-11-12, 21:15   #111
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Un beduino, inseguito da feroci nemici, fuggì dove il deserto era più aspro e le rocce più taglienti. Corse e corse, finché non sentì che il rumore degli zoccoli dei cavalli che lo inseguivano si era affievolito e poi spento del tutto.
Solo allora si guardò intorno. Era giunto in una gola paurosa, su cui incombevano pareti di granito e guglie di scuro basalto. Con enorme meraviglia scoprì una specie di sentierino che si inerpicava attraverso la gola.
Lo seguì e dopo un po' si ritrovò all'imboccatura di una profonda grotta buia. Si infilò nell'oscurità con passo esitante.
"Vieni avanti, fratello".
Lo incoraggiò una voce benevola. Nella penombra, il beduino vide un eremita che stava pregando.
"Tu vivi qui?", chiese il beduino.
"Certo".
"Ma come fai a resistere in questa grotta, solo povero, lontano da tutti?".
L'eremita sorrise.
"Io non sono povero. Ho grandi tesori".
"Dove?".
"Guarda là". L'eremita indicò una piccola fessura che si apriva in un fianco della grotta e chiese: "Che cosa vedi?".
"Niente".
"Davvero niente?", domandò l'eremita.
"Solo un pezzo di cielo".
"Un pezzo di cielo: non ti sembra un tesoro meraviglioso?".

Ho letto il racconto di un prigioniero dei nazisti che scriveva tutto contento alla famiglia semplicemente perché era stato spostato da una cella con quattro nude mura ad un'altra in cui c'era una apertura in cima ad una delle pareti , attraverso cui si poteva intravvedere il cielo azzurro al mattino e qualche stella di notte. Questo per lui era un immenso tesoro.
Noi abbiamo tutta la volta celeste. E guardiamo la tv
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Vecchio 04-11-12, 21:15   #112
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Un beduino, inseguito da feroci nemici, fuggì dove il deserto era più aspro e le rocce più taglienti. Corse e corse, finché non sentì che il rumore degli zoccoli dei cavalli che lo inseguivano si era affievolito e poi spento del tutto.
Solo allora si guardò intorno. Era giunto in una gola paurosa, su cui incombevano pareti di granito e guglie di scuro basalto. Con enorme meraviglia scoprì una specie di sentierino che si inerpicava attraverso la gola.
Lo seguì e dopo un po' si ritrovò all'imboccatura di una profonda grotta buia. Si infilò nell'oscurità con passo esitante.
"Vieni avanti, fratello".
Lo incoraggiò una voce benevola. Nella penombra, il beduino vide un eremita che stava pregando.
"Tu vivi qui?", chiese il beduino.
"Certo".
"Ma come fai a resistere in questa grotta, solo povero, lontano da tutti?".
L'eremita sorrise.
"Io non sono povero. Ho grandi tesori".
"Dove?".
"Guarda là". L'eremita indicò una piccola fessura che si apriva in un fianco della grotta e chiese: "Che cosa vedi?".
"Niente".
"Davvero niente?", domandò l'eremita.
"Solo un pezzo di cielo".
"Un pezzo di cielo: non ti sembra un tesoro meraviglioso?".

Ho letto il racconto di un prigioniero dei nazisti che scriveva tutto contento alla famiglia semplicemente perché era stato spostato da una cella con quattro nude mura ad un'altra in cui c'era una apertura in cima ad una delle pareti , attraverso cui si poteva intravvedere il cielo azzurro al mattino e qualche stella di notte. Questo per lui era un immenso tesoro.
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Vecchio 04-11-12, 21:17   #113
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Uno scultore stava lavorando alacremente col suo martello e il suo scalpello su un grande blocco di marmo. Un ragazzino, che passeggiava leccando il gelato, si fermò davanti alla porta spalancata dei laboratorio.
Il ragazzino fissò affascinato la pioggia di polvere bianca, di schegge di pietra piccole e grandi che ricadevano a destra e a sinistra.
Non aveva idea di ciò che stava accadendo; quell'uomo che picchiava come un forsennato la grande pietra gli sembrava un po' strano.
Qualche settimana dopo, il ragazzino ripassò davanti allo studio e con sua grande sorpresa vide un grande e possente leone nel posto dove prima c'era il blocco di marmo.
Tutto eccitato, il bambino corse dallo scultore e gli disse: "Signore, dimmi, come hai fatto a sapere che c'era un leone nella pietra?".

Il maestro sosteneva di avere un libro che conteneva tutto ciò che era concepibíle conoscere su Dio.
Nessuno aveva mai visto il libro finché uno studioso in visita, a forza di insistenti preghiere, lo sottrasse al maestro.
Se lo portò a casa e lo aprì ansiosamente...
Ogni pagina del libro era bianca.
"Ma il libro non dice niente", protestò lo studioso.
"Lo so", rispose il maestro soddisfatto, "ma guarda quante cose suggerisce!"

Ogni istante della tua vita è una pagina bianca. Tocca a te scriverla. E, anche se a qualcuno puoi sembrare un blocco di pietra, dentro di te c'è un leone. Tocca a te farlo uscire.
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Vecchio 04-11-12, 21:41   #114
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coloro che hanno degli amici




senza avere chiesto di averli,
perchè gli amici non si comprano,
non si vendono,non si permutano.
Amici ci si sente !
Beati coloro che soffrono per i propri amici,
Coloro che riescono a comunicarsi in uno sguardo.
Perchè l’amico non tace, non questiona,non si arrende.
L’amico ti capisce !
Beati coloro che conservano le amicizie
Coloro che offrono la spalla per piangere.
Perchè l’amico soffre e piange
E per loro non esiste una ora esatta per consolare!
Beati gli amici che credono nella tua verità
E che ti fa vedere la tua realtà.
Perchè l’amico è la direzione,
è la base quando viene a mancare l’appoggio.
Che siano beati tutti gli amici,
Perchè gli amici sono eredi
Della reale saggezza.
Avere amici è la migliore complicità!
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Vecchio 04-11-12, 22:58   #115
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Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C'era qualche ritocco da fare. C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità.
Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. Mancava qualcosa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di pro
Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli fischiettò qualcosa. E l'usignolo incominciò a gorgheggiare.
E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il tramonto.
Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uomo perché egli sia un uomo?
Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota, tre piccole parole: "Ti voglio bene".

Negli antichi codici, c'è la storia di una fanciulla, che aveva fatto parte del gruppo delle donne che avevano seguito Gesù fin sul Calvario.
Era una giovane timida, silenziosa e riservata.
Alla notizia della Risurrezione, non aveva avuto bisogno né di visioni né di conferme. Aveva creduto subito. E spinta da un'audacia mai avuta prima, si era fatta pellegrina per annunciare le parole di Gesù.
Non aveva più paura. Predicava nelle città e nei villaggi.
Un giorno le si avvicinò un uomo, che era stato profondamente impressionato dalla sua testimonianza. E le chiese:
"Dimmi, qual è il segreto del tuo coraggio?".
"L'umiltà. Così mi ha insegnato il Maestro".
L'uomo stette un attimo in silenzio, poi chiese ancora:
"E a che cosa serve l'umiltà?".
"A dire per prima: Ti voglio bene!".
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Vecchio 04-11-12, 23:40   #116
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Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino. Era graffiato e scheggiato. Le corde pendevano allentate e il banditore pensava non valesse la pena perdere tanto tempo con il vecchio violino, ma lo sollevò con un sorriso.
"Che offerta mi fate, signori?" gridò. "Partiamo da...100 mila lire!".
"Centocinque!" disse una voce. Poi centodieci. "Centoquindici!" disse un altro. Poi centoventi. "Centoventi mila lire, uno; centoventi mila lire, due; centoventi mila...".
Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce come il canto degli angeli.
Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: "Quanto mi offrite per il vecchio violino?". E lo sollevò insieme con l'archetto.
"Un milione, e chi dice due milioni? Due milioni! E chi dice tre milioni? Tre milioni uno tre milioni, due; tre milioni e tre, aggiudicato" disse il banditore.
La gente applaudi, ma alcuni chiesero. "Che cosa ha cambiato il valore del violino?".
Pronta giunse la risposta: "Il tocco del Maestro".

Siamo vecchi strumenti impolverati e sfregiati. Ma siamo in grado di suonare sublimi armonie. Basta il tocco del Maestro.
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Vecchio 04-11-12, 23:41   #117
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In un angolo sperduto del mondo, nel folto di una foresta fittissima, c'era una scaletta. Era una semplice scala a pioli, di vecchio legno stagionato e usurato.
Era circondata da abeti, lanci, betulle. Alberi stupendi. Là in mezzo sembrava davvero una cosa meschina.
I boscaioli che lavoravano nella foresta, un giorno, arrivarono fin là. Guardarono la scala con commiserazione: "Ma che robaccia è?" esclamò uno.
"Non è buona neanche da bruciare" disse un altro.
Uno di loro impugnò l'ascia e l'abbatté con due colpi ben assestati. Venne giù in un attimo. Era davvero una cosa da niente. I boscaioli si allontanarono ridacchiando.
Ma quella era la scala su cui ogni sera si arrampicava l'omino che accendeva le stelle.
Da quella notte il cielo sulla foresta rimase senza stelle.

C'è una scala anche dentro di te. Paragonata alle tante cose che ti vengono offerte ogni giorno é un niente. Ma è la scala che serve per salire ad accendere le stelle nel tuo cielo.
Si chiama preghiera.
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Vecchio 04-11-12, 23:46   #118
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Si chiamava "Bella come l'aurora", viveva serenamente in un piccolo villaggio di pescatori sulle rive del Fiume Azzurro, e fu chiesta in moglie dal più ricco dei pescatori del fiume.
I primi anni della giovane coppia furono veramente felici e spensierati. Ma tutta quella felicità infastidiva e irritava sempre di più la suocera di Liu, che era stata rapidamente spodestata dal cuore del figlio, dei familiari e dei servi dalla bella nuora. Così cominciò a tormentarla in ogni modo e a diffondere le più orribili dicerie sul suo conto. Esasperata, la bella Liu decise di vendicarsi uccidendo la suocera. In preda a questa cupa decisione, si recò da uno stregone per procurarsi un filtro di morte.
Lo stregone l'ascoltò attentamente e poi le diede una fiala che conteneva un liquido rosa da mescolare ogni giorno nel tè della suocera, poi le propose, per stornare da sé ogni sospetto, di praticare ogni mattino sulle s*****, la nuca e la fronte della suocera un massaggio dolce e rilassante.
"In questo modo la morte la sorprenderà lentamente nel giro di sei mesi".
Liu, paziente e ostinata, per mesi versò regolarmente gocce di liquido rosa nel tè della suocera e praticò con la stessa pazienza il dolce massaggio ogni giorno.
Il massaggio quotidiano tesseva una rete nuova tra le due donne, che divennero amiche. Il loro cuore cambiò. La suocera notò quanto la nuora fosse gentile e generosa oltre che bella. Liu riscopriva ogni giorno il cuore materno della suocera.
Dopo qualche mese, Liu aveva praticamente dimenticato il motivo delle quotidiane visite, delle gocce di liquido rosa nel tè e del massaggio alla suocera: tutto questo era diventato una tranquilla e piacevole abitudine, fatta anche di complicità, di lunghe chiacchierate e di tenerezza.
Ma un giorno, all'improvviso, fu costretta a ricordarsene. La suocera innocentemente disse: "Stiamo così bene insieme. Che peccato che io debba morire molto prima di te...".
Liu si alzò e corse dallo stregone per avere l'antidoto al veleno della fiala. Si gettò in ginocchio e lo supplicò, spiegandogli quello che era successo e come fosse cambiato il suo cuore.
Lo stregone sorrise: "Alzati mia bella figliola. Il liquido che ti ho dato è soltanto acqua di petali di Il vero antidoto al veleno dell'odio che in realtà era dentro di te è stato il massaggio quotidiano. Se guardi una persona negli occhi, le stai vicino, parli con lei non potrai più odiarla".

Se guardi una persona mentre dorme non potrai più odiarla.
L'uomo nasce tenero e fragile, muore duro e forte. Tutti gli esseri nascono teneri e delicati, muoiono rinsecchiti e scarni. Per questo ciò che è duro e forte è compagno della morte, ciò che è tenero e fragile è compagno della vita.
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Vecchio 04-11-12, 23:48   #119
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C’era una volta una piccola rondinella che rimase ferita e siccome non riusciva a volare cercò riparo nella bottega di un falegname, il cui nome era Giuseppe. Questi appena la vide subito si prese cura di lei, medicandole l’ala. Fumetta, così la chiamava il gentile falegname, si affezionò a lui e passarono un’estate felici insieme. Arrivato il momento di partire la rondinella decise di rimanere con il suo amico a fargli compagnia in bottega. Trascorsero così insieme anche il freddo inverno come veri e propri amici. La primavera successiva le altre rondinelle tornarono in paese ma la piccola Fumetta, era un po’ triste, perché ascoltando i magnifici racconti delle avventure compiute dalle compagne durante la migrazione, avrebbe voluto essere stata insieme a loro. Allo stesso tempo però non voleva lasciare il suo nuovo e speciale amico. Giuseppe capì i desideri della sua amica rondinella, e la convinse a migrare assieme alle sue compagne. Fu così, ma Fumetta non si scordò mai del suo amico e ad ogni primavera, quando tornava dal sud, andava a trovarlo nella sua bottega.
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Vecchio 04-11-12, 23:48   #120
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C’era una volta una piccola rondinella che rimase ferita e siccome non riusciva a volare cercò riparo nella bottega di un falegname, il cui nome era Giuseppe. Questi appena la vide subito si prese cura di lei, medicandole l’ala. Fumetta, così la chiamava il gentile falegname, si affezionò a lui e passarono un’estate felici insieme. Arrivato il momento di partire la rondinella decise di rimanere con il suo amico a fargli compagnia in bottega. Trascorsero così insieme anche il freddo inverno come veri e propri amici. La primavera successiva le altre rondinelle tornarono in paese ma la piccola Fumetta, era un po’ triste, perché ascoltando i magnifici racconti delle avventure compiute dalle compagne durante la migrazione, avrebbe voluto essere stata insieme a loro. Allo stesso tempo però non voleva lasciare il suo nuovo e speciale amico. Giuseppe capì i desideri della sua amica rondinella, e la convinse a migrare assieme alle sue compagne. Fu così, ma Fumetta non si scordò mai del suo amico e ad ogni primavera, quando tornava dal sud, andava a trovarlo nella sua bottega.
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