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alabianca 06-11-12 08:20

Riferimento: arciere
 
Sii più gentile del necessario, perchè ciascuna delle persone che incontri ha la sua piccola tempesta e se ti vede danzare nella pioggia, anche lei muoverà i primi passi di danza.

Dalai Lama

alabianca 06-11-12 09:26

Riferimento: arciere
 
Una pigna gonfia e matura si staccò da un ramo di abete e rotolò giù per il costone della montagna, rimbalzò su una roccia sporgente e finì con un tonfo in un avvallamento umido e ben esposto. Una manciata di semi venne sbalzata fuori dal suo comodo alloggio e si sparse sul terreno.
“Urrà!” gridarono i semi all’unisono. “Il momento è venuto!”
Cominciarono con entusiasmo ad annidarsi nel terreno, ma scoprirono ben presto che l’essere in tanti provocava qualche difficoltà.
“Fatti un po’ più in là, per favore!”
“Attento! Mi hai messo il germoglio in un occhio!”.
E così via.
Comunque, urtandosi e sgomitando, tutti i semi si trovarono un posticino per germogliare. Tutti meno uno.
Un seme bello e robusto dichiarò chiaramente le sue intenzioni: “Mi sembrate un branco di inetti! Pigiati come siete, vi rubate il terreno l’un con l’altro e crescerete rachitici e stentati. Non voglio avere niente a che fare con voi. Da solo potrò diventare un albero grande, nobile e imponente. Da solo!”.
Con l’aiuto della pioggia e del vento, il seme riuscì ad allontanarsi dai suoi fratelli e piantò le radici, solitario, sul crinale della montagna. Dopo qualche stagione, grazie alla neve, alla pioggia e al sole divenne un magnifico giovane abete che dominava la valletta in cui i suoi fratelli erano invece diventati un bel bosco che offriva ombra e fresco riposo ai viandanti e agli animali della montagna. Anche se i problemi non mancavano.
“Stai fermo con quei rami! Mi fai cadere gli aghi”.
“Mi rubi il sole! Fatti più in là…”.
“La smetti di scompigliarmi la chioma?”.
L’abete solitario li guardava ironico e superbo. Lui aveva tutto il sole e lo spazio che desiderava. Ma una notte di fine agosto, le stelle e la luna sparirono sotto una cavalcata di nuvoloni minacciosi. Sibillando e turbinando il vento scaricò una serie di raffiche sempre più violente, finchè devastante sulla montagna si abbattè la bufera. Gli abeti nel bosco si strinsero l’un l’altro, tremando, ma proteggendosi e sostenendosi a vicenda.
Quando la tempesta si placò, gli abeti erano estenuati per la lunga lotta, ma erano salvi. Del superbo abete solitario non restava che un mozzicone scheggiato e malinconico sul crinale della montagna.

alabianca 06-11-12 09:27

Riferimento: arciere
 
Una bambina viveva felice con il suo papà e la sua mamma. Ma per una meschina vendetta, alcuni uomini perfidi la rapirono.
Arrivarono un giorno nei loro grandi mantelli e, sulla strada che portava alla scuola, s'impadronirono della bambina.
Galoppando di gran carriera su cavalli neri si allontanarono ben presto dal villaggio e presero la strada della foresta. La buia e tenebrosa foresta che ingoiava per sempre gli incauti che vi si avventuravano senza guida.
Quegli uomini dal cuore di pietra portarono la bambina nel cuore della foresta. Volevano che si perdesse per sempre nella foresta.
La bambina piangeva terrorizzata. E ripeteva, quasi gridava, la preghiera che la mamma le aveva insegnato: "Ave Maria, piena di grazia...".
Giunsero dove la foresta era più intricata e impenetrabile. Là abbandonarono la bambina.
La poverina si accucciò ai piedi di un grande albero, continuando a ripetere tra i singhiozzi: "Ave Maria Ave Maria...".
Improvvisamente, fra le lacrime, proprio ai suoi piedi scorse una rosa. Una rosa dai petali teneri come una carezza. Poco più avanti, ben visibile, tra l'erba e le foglie, c'era un'altra rosa, poi un'altra, un'altra ancora.., formavano un sentiero che si snodava tra gli alberi. La bambina cominciò a camminare da una rosa all'altra, prima esitante, poi quasi di corsa. Dopo un po' arrivò al margine della foresta e si trovò nelle braccia della mamma e del papà. Anche loro avevano visto il sentiero di rose ed erano partiti alla sua ricerca.
Perché anche la mamma e il papà avevano continuato a dire l'Ave Maria. E tutte quelle Ave Maria, quelle dei genitori e quelle della figlia, erano diventate un sentiero di rose. Che li aveva riportati tutti insieme.

alabianca 06-11-12 09:28

Riferimento: arciere
 
Un povero gallo sconvolto e affamato andava disperatamente alla ricerca di qualcosa da mangiare. Becchettava ovunque, sotto fasci di legna, tra le foglie, intorno alle pietre e anche dietro ogni sassolino che poteva trovare.
All'improvviso il gallo si fermò. Li, davanti a lui, c'era una pietra diversa dalle altre che brillava in modo particolare.
Il gallo cominciò a flssarla perplesso. Poi, di colpo, capì. Quella non era unà pietra comune. La sua forma, il suo sfavillio e la sua dimensione lo dimostravano bene.
"Gli uomini ti chiamerebbero diamante", borbottò il gallo affamato, "ma, speciale o no, peme tu non vali più di un grano di riso", concluse e si voltò per continuare a becchettare.

Coloro che sono preoccupati solo di beccare, passano accanto ai valori più preziosi, e neanche se ne accorgono. Per scoprire ciò che conta veramente, bisogna volerlo cercare. "Non date ai cani ciò che è santa perché non si rivoltino contro di voi per sbranarvi. Non gettate le vostre perle ai porci perché non le calpestino

alabianca 06-11-12 09:33

Riferimento: arciere
 
Ero andato mendicando d'uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando il tuo cocchio dorato apparve in lontananza come un magnifico sogno e mi chiesi chi fosse questo re di tutti i re! Le mie speranze crebbero, e pensai che i brutti giorni fossero passati e rimasi in attesa di doni non richiesti, di ricchezze profuse da ogni parte. Il tuo cocchio si fermò vicino a me. Mi guardasti e scendesti sorridendo.
Sentivo alfine era arrivata la fortuna della mia vita. Poi, all'improvviso mi stendesti la mano chiedendo: "Che cos'hai da darmi?"
Quale gesto regale fu il tuo! Stendere la mano ad un mendicante per mendicare!
Rimasi indeciso e confuso. Poi estrassi dalla mia bisaccia il più piccolo chicco di grano e te lo offersi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, finito il giorno, vuotai la mia bisaccia per terra e trovai un granellino d'oro nel mio povero mucchio!
Piansi amaramente per non avere avuto il coraggio di donarti tutto quello che avevo.

alabianca 06-11-12 09:34

Riferimento: arciere
 
C'era una volta un pesciolino d'oro, che un bel giorno prese i suoi sette talenti e guizzò lontano, a cercar fortuna. Non era arrivato tanto lontano che incontrò un'anguilla, che gli disse: "Psst, ehilà compare, dove te ne vai?".
"Me ne vado in cerca di fortuna", rispose fieramente il pesciolino d'oro.
"Sei arrivato al punto giusto", disse l'anguilla. "Per soli quattro talenti ti puoi comprare questa magnifica e velocissima pinna, grazie alla quale viaggerai a velocità doppia".
"Oh, è un ottimo affare", disse estasiato il pesciolino d'oro. Pagò, prese la pinna e nuotò via più velocemente di prima.
Arrivò ben presto dalle parti di una grossa seppia, che lo chiamò.
"Ehilà, compare, dove te ne vai?".
"Sono partito in cerca di fortuna", rispose il pesciolino d'oro.
"L'hai trovata, figliolo", disse la seppia. "Per un prezzo stracciato ti posso vendere questa elica, così viaggerai ancora più in fretta".
Il pesciolino d'oro comprò l'elica con il denaro che gli era rimasto e ripartì a velocità doppia.
Arrivò ben presto davanti a un grosso squalo, che lo salutò.
"Ehilà, compare, dove te ne vai?".
"Sono in cerca di fortuna", rispose il pesciolino d'oro.
"L'hai trovata. Prendi questa comoda scorciatoia", disse lo squalo indicando la sua gola spalancata, "così guadagnerai un sacco di tempo".
"Oh, grazie mille!", esclamò il pesciolino d'oro e si infilò nelle fauci dello squalo, dove venne comodamente digerito.

Chi non sa bene che cosa vuole, finisce, molto facilmente, dove non avrebbe voluto.

alabianca 06-11-12 09:35

Riferimento: arciere
 
Vagabondando qua e là, un grosso cane finì in una stanza in cui le pareti erano dei grandi specchi.
Così si vide improvvisamente circondato da cani. Si infuriò, cominciò a digrignare i denti e a ringhiare. Tutti i cani delle pareti, naturalmente, fecero altrettanto, scoprendo le loro minacciose zanne.
Il cane cominciò a girare vorticosamente su se stesso per difendersi contro gli attaccanti, poi abbaiando rabbiosamente si scagliò contro uno dei suoi presunti assalitori.
Finì a terra tramortito e sanguinante per il tremendo urto contro lo specchio.
Avesse scodinzolato in modo amichevole una sola volta, tutti i cani degli specchi l'avrebbero ricambiato. E sarebbe stato un incontro festoso.

Si trova sempre ciò che si aspetta di trovare.
C'era una volta un uomo seduto ai bordi di un'oasi all'entrata di una città del Medio Oriente. Un giovane si avvicinò e gli domandò: "Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?".
Il vecchio gli rispose con una domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?".
"Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là".
"Così sono gli abitanti di questa città" gli rispose il vecchio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo egli pose la stessa domanda: "Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?".
L'uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni ?".
"Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli".
"Anche gli abitanti di questa città sono così" rispose il vecchio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'bbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: "Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?".
"Figlio mio", rispose il vecchio, "ciascuno porta il suo universo nel cuore. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici nell'altra città troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro".

alabianca 06-11-12 09:39

Riferimento: arciere
 
Un uomo, molto dotato di fantasia ma poco di vita spirituale, andò da un sapiente a chiedere consiglio. Il sapiente gli disse:
"Entra nel campo della vita spirituale con l’aratro della tua fantasia ed avrai risolto il tuo problema".
Un uomo, molto dotato di vita spirituale ma poco di fantasia, andò dallo stesso saggio a chiedere consiglio. Il sapiente gli disse:
"Entra nel campo della fantasia con l’aratro della tua vita spirituale e avrai risolto il tuo problema".
Un terzo uomo, poco dotato di fantasia e di vita spirituale, si recò anch’egli dal sapiente. Questi gli disse:
"Il tuo è un caso privilegiato: basta che tu disponga te stesso ad esser campo ed a lasciarti arare".

alabianca 06-11-12 09:50

Riferimento: arciere
 
Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l'altro in basso su una biforcazione dei rami.
Dopo un po', il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse: "Oh, come sono belle queste foglie verdi!".
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: "Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!".
E quello di sopra, indispettito: "Tu sei cieco! Sono verdi!".
E l'altro dal basso con il becco in su: "Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla! Sei matto!".
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L'altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all'altro, con le piume del collo arruffate per l'ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l'alto.
Il passerotto che veniva dall'alto emise un "oh" di meraviglia: "Guarda un po' che sono bianche!". Disse però al suo amico: "Prova un po' a venire lassù dove stavo prima".
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro: "Guarda un po' che sono verdi".

Non giudicare nessuno se prima non hai camminato un'ora nelle sue scarpe.

alabianca 06-11-12 10:06

Riferimento: arciere
 
Nei tempi remoti, in Giappone, si usavano lanterne di carta e di bambù con le candele dentro. Una notte, a un cieco che era andato a trovarlo, un tale offri una lanterna da portarsi a casa.
"A me non serve una lanterna", disse il cieco. "Buio o luce per me sono la stessa cosa".
"Lo so che per trovare la strada a te non serve una lanterna", rispose l'altro, "ma se non l'hai, qualcuno può venirti addosso. Perciò devi prenderla".
Il cieco se ne andò con la lanterna, ma non era ancora andato molto lontano quando si sentì urtare con violenza.
"Guarda dove vai!", esclamò il cieco allo sconosciuto. "Non vedi questa lanterna?".
"La tua candela si è spenta, fratello", rispose lo sconosciuto.

Chi non conosce quelle persone arroganti che fendono il mondo in modo presuntuoso, senza accorgersi di essere ciechi che portano in mano una
lampada spenta?
Eppure molti di loro si fanno chiamare "maestro" o "dottore" o "onorevole" o "eccellenza


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 15:44.

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